Superlega | 09 aprile 2021, 17:47

Caso Meldonium: I possibili scenari. Controlli, procedimento, udienza, conseguenze sportive e penali

Alessandro Trebbi

Caso Meldonium: I possibili scenari. Controlli, procedimento, udienza, conseguenze sportive e penali

MODENA - Analizzato il contenuto 'medico' relativo al controllo antidoping che ha rilevato la positività di Alberto Polo, spiegando quali sostanze siano state trovate e per cosa vengono solitamente utilizzate, ci sono ora da spiegare i tempi e soprattutto le modalità della giustizia sportiva (e di quella ordinaria), con la sospensione o il proscioglimento del giocatore che dovrebbero arrivare entro al massimo un paio di mesi.

ULTERIORI CONTROLLI? Di prassi la Nado non dovrebbe effettuare ulteriori controlli su altri atleti della rosa di Piacenza. Il test è stato effettuato su Polo, la positività riguarda lui, la National Anti-Doping Organization procederà presso il Tribunale Nazionale Antidoping sul suo caso singolo. Controlli aggiuntivi a sorpresa sul resto della rosa della Gas Sales interverranno (o potrebbero già essere intervenuti) solo e soltanto in base a segnalazioni aggiuntive che arrivino direttamente all'organismo antidoping. Secondo le notizie finora uscite, quindi, gli altri giocatori di Piacenza non dovrebbero assolutamente essere testati.


IL PROCEDIMENTO. Nel giro di qualche settimana Alberto Polo sarà chiamato, assieme al suo avvocato, all'udienza presso il Tribunale Nazionale Anti-Doping. Sarà questo il passaggio chiave dell'intera vicenda e molto dipenderà dalla strategia difensiva organizzata da Polo e da quello che dirà il giocatore. I procuratori gli chiederanno se, quando e come ha assunto le sostanze per le quali è stato testato positivo e come se le è procurate: tema dirimente, dato che il Meldonium (Mildronate) è un farmaco non commercializzato in Italia, e può essere acquistato solo tramite internet (aggirando la prescrizione medica) o andando all'estero. Dopo l'udienza, nel giro di un altro mese circa, arriverà la sentenza: come le sentenze ordinarie potrà essere appellata.


COSA ACCADRÀ ALL'UDIENZA? Qui di fatto le possibilità sono tre, dato che sembra molto improbabile una tesi difensiva basata sull'assunzione accidentale delle sostanze oggetto del procedimento o al contrario la tesi di un'assunzione consapevole ma dietro prescrizione e stretto controllo medico per fini terapeutici, che avrebbe dovuto essere comunicata in precedenza.
1) Polo potrebbe dichiararsi innocente, sicuro di non aver commesso il fatto, chiedendo le controanalisi: se le controanalisi smentiranno il primo esito, il giocatore sarà completamente scagionato, se invece lo confermeranno il Tribunale potrebbe addirittura raddoppiargli la pena;
2) L'atleta potrebbe ammettere di aver assunto le sostanze individualmente e in totale autonomia, nel qual caso comunque gli verrebbe comminato il massimo della pena, dai due ai quattro anni;
3) Infine Polo potrebbe ammettere la colpevolezza dichiarando al contempo di non aver agito da solo, di essere stato aiutato, consigliato, indotto o addirittura ingannato da altre persone: la cosiddetta 'partecipazione attiva' è la via per ottenere uno sconto di pena, anche sostanzioso, ricordando che comunque l'atleta risponde individualmente. Nel caso Polo comunichi l'implicazione di altri soggetti, si aprirà d'ufficio un procedimento penale parallelo che coinvolgerà Piacenza, se Polo chiamerà in causa membri della società o dello staff, o che vedrà implicate terze figure se Polo dichiarerà di essere stato consigliato/seguito da soggetti esterni. Assieme a questo, ecco che Nado e Wada potrebbero ampliare le loro ricerche anche nell'ambito sportivo ed effettuare controlli su altri giocatori.


EVENTUALI CONSEGUENZE SPORTIVE. Come detto Alberto Polo rischia fino a quattro anni di squalifica, una squalifica che potrebbe azzerarsi se si dichiarasse innocente, chiedesse le controanalisi e queste fossero negative, o raddoppiarsi in caso di dichiarazione di innocenza ma controanalisi confermative. Oppure potrebbe subire una squalifica dai due ai quattro anni se fosse reo confesso ma dichiarasse di aver agito individualmente. Infine potrebbe ricevere uno sconto della pena se da reo confesso collaborasse indicando (ovviamente, se esistono) altri soggetti implicati nella vicenda: la condanna potrebbe passare da quattro a un solo anno di squalifica. Questo il testo, chiarissimo, della normativa antidoping: «L’Atleta o altra Persona può ottenere il beneficio della sospensione di parte della squalifica qualora collabori in maniera fattiva con il CONI-NADO, l’autorità penale o un organo disciplinare professionale, consentendo al CONI-NADO di scoprire o accertare una violazione della normativa antidoping da parte di un’altra Persona ovvero alle altre autorità competenti di scoprire o accertare un reato o la violazione del regolamento professionale da parte di un’altra Persona […]. La misura della sospensione del periodo di squalifica dipende dalla gravità della violazione della normativa antidoping, nonché dalla misura della collaborazione fattiva fornita. La riduzione del periodo di squalifica teoricamente applicabile non può essere superiore a tre quarti». Ribadiamo in ogni caso e a scanso di equivoci ciò che abbiamo già scritto: fino alla sentenza, Polo è da considerarsi innocente e nessun altro implicato nella vicenda.


EVENTUALI CONSEGUENZE PENALI. Nel caso l'udienza al TNA portasse all'apertura di un'indagine penale (o nel caso questa fosse già stata avviata dalla Procura di Piacenza) i reati contestabili più comunemente associati a casi di doping sarebbero quelli relativi all'art. 586 bis (Utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti) con pene fino a tre anni di reclusione e multe fino a 50mila euro e quelli relativi all'art. 348 (Esercizio abusivo di una professione) con pene identiche al precedente.

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