di Chiara Belcastro
URBINO - Alla vigilia della terza stagione in Italia a Vallefoglia Tatiana Kosheleva si racconta.
A breve inizierà la tua terza stagione con la Megabox Volley Vallefoglia. Innanzitutto, come sta andando lo studio dell’italiano?
"Purtroppo, non parlo ancora un italiano fluente. Lo scorso anno ho dovuto affrontare alcune situazioni personali che mi hanno portato a focalizzarmi su altri obiettivi, ma ora sono pronta a riprendere gli studi e spero di migliorare velocemente".
A Vallefoglia ti sei ambientata molto bene e sin da subito sei stata nominata capitano della squadra.
"Essere il capitano è sempre un grande onore e li ringrazierò per sempre per la fiducia. Per me essere capitano significa saper assumersi la responsabilità di ciò che accade e del risultato, ma anche credere in un’idea e guidare la squadra verso quell’obiettivo. In particolare, essere il capitano per questa società è davvero un piacere speciale".
Sul tuo profilo Instagram combini momenti di sport a foto di famiglia per passare attraverso post di supporto ai tuoi amici più cari, vedi l’ultimo dedicato al ritorno di Thaisa nella nazionale brasiliana. Utilizzi sempre didascalie molto ricercate, profonde e mai banali.
Qual è il tuo rapporto coi social media?
"Per me, l’utilizzo dei social network è un'opportunità ulteriore per parlare con il pubblico, condividere le mie scoperte e i cambiamenti. È un’occasione per ringraziare i miei fans e sostenere i miei amici, per dire loro quanto li amo e quanto sia vicina a loro, nonostante la distanza. La pallavolo mi ha regalato persone meravigliose in tutto il mondo e, oggi, i social ci aiutano a restare in contatto".
Hai anche aperto un canale YouTube nel quale hai iniziato a pubblicare dei vlogs.
"Anche YouTube è nato come un’opportunità per mostrare la vera vita di un’atleta e permettere al pubblico di conoscermi meglio, attraverso il racconto delle giornate, dei sacrifici e delle emozioni che provo. Come ho già accennato, nel corso della scorsa stagione la mia vita mi ha messa davanti a molte prove e, a un certo punto, ho capito che non potevo conciliare tutto e così, per ora, ho accantonato il progetto".
La tua carriera è stata minata da due gravi infortuni alle ginocchia.
"Delle lesioni così gravi e severe sono delle esperienze incredibili. Gestire situazioni del genere non si impara all'università, purtroppo devi essere pronto ad affrontarle e cercare di prevedere in anticipo come il tuo corpo si comporterà. Puoi solo viverla, lavorando ogni giorno, per lunghi mesi, inseguendo la guarigione e la ripresa totale. Guardando indietro, posso dire di essere orgogliosa di me stessa. Attraversare una tale esperienza significa dedicare completamente la propria vita e il proprio tempo alla guarigione e al desiderio di giocare nuovamente a pallavolo".
Dato che sono accaduti in due momenti diversi della tua carriera, come hai affrontato le due riabilitazioni? La seconda volta avevi più consapevolezza del percorso e dell'energia che avresti impiegato per ritornare a giocare?
"I miglioramenti si ottengono sempre dal superamento delle difficoltà. Ero consapevole del fatto che, dopo i momenti difficili, ci sarebbero stati momenti meravigliosi da vivere. Questa impostazione mentale mi ha aiutato a non arrendermi mai e a guardare sempre dritto verso ciò in cui credevo. Voglio ringraziare in modo speciale tutte le persone che mi hanno sostenuto e hanno creduto in me. Grazie infinite al mio club, Megabox Vallefoglia, insieme abbiamo superato tutte le difficoltà come una vera famiglia".
Questi eventi hanno cambiato il tuo approccio alla pallavolo?
"Naturalmente, queste situazioni mi hanno cambiato, ma mi hanno anche aiutato a migliorare l’approccio generale alla vita. Non prendetemi per pazza, se mi chiedessero se accetterei di percorrere nuovamente questa strada per arrivare ad essere chi sono adesso, risponderei “sì".
Ad agosto ci saranno gli EuroVolley, una competizione nella quale hai vinto due volte consecutive la medaglia d’oro e il premio di MVP (2013 e 2015). Quali squadre pensi che si contenderanno il titolo?
"Come sempre, il livello della competizione sarà molto alto e, in questi ultimi anni, la crescita di alcune nazionali è stata esponenziale. Serbia, Italia, Turchia, Polonia… sono davvero tante le squadre che si potrebbero contendere il titolo finale. Colgo l’occasione per fare un grosso in bocca al lupo a tutte le atlete coinvolte e auguro loro di godersi il momento e di sfruttare l’occasione che viene data".
A proposito di nazionale, gli atleti russi come stanno vivendo la situazione attuale e l’esclusione dalle competizioni sportive? Pensi che questo possa avere un impatto negativo sullo sviluppo del movimento pallavolistico in Russia?
"Credo che lo sport dovrebbe sempre mantenere una posizione neutrale. Prima di tutto, siamo tutti esseri umani e quello che accade nel mondo colpisce tutti, direttamente o indirettamente. Ognuno sta vivendo il proprio dolore e le proprie perdite. Sono dispiaciuta che gli atleti russi non possano competere, ma sono sicura che i tifosi stanno aspettando con trepidazione il ritorno delle nazionali russe nelle competizione sportive e spero che questo accada presto".
Hai mai pensato alla tua vita senza pallavolo? Cosa avresti fatto se non fossi diventata una giocatrice professionista?
"Mi sono innamorata della pallavolo fin dall'inizio e non ho mai pensato che qualcosa potesse non funzionare. Durante la mia carriera sportiva, ho prestato attenzione e coltivato molti dei miei interessi. Inoltre, le esperienze e le conoscenze accumulate in questi anni da sportiva si stanno pian piano trasformando in un progetto che finalizzerò al termine della mia carriera. In ogni caso, ho il desiderio di rimanere nel mondo dello sport anche dopo aver smesso di giocare, vorrei poter fare qualcosa di importante e utile per molte persone".
Se una giovanissima atleta ti si avvicinasse e ti chiedesse quale sia il segreto per diventare una professionista, cosa le risponderesti?
"Vorrei che lei ascoltasse la sua anima e seguisse i suoi sogni. Lo sport è un posto speciale in cui la nostra ispirazione e creatività si intrecciano, dove l'entusiasmo e il desiderio di vincere possono portare a uno stato in cui tutto è possibile. Vorrei che lei mantenesse la sua libertà, perché solo nella libertà il vero talento può rivelarsi".
Se dovessi mandare un messaggio di ringraziamento in questo preciso istante, a chi lo manderesti e cosa scriveresti?
"Che bella domanda. Sai, per la prima volta nella mia vita voglio dire, prima di tutto, grazie a me stessa. Voglio ringraziare il mio corpo che ha dovuto sopportare 7 operazioni e numerose ferite ma, nonostante tutto, è stato in grado di farmi tornare a giocare a pallavolo, il mio sport preferito, e farmi crescere come persona. A seguire, voglio abbracciare e ringraziare tutte le persone che sono presenti nella mia vita, ognuna di loro mi ha donato qualcosa di importante. Ringrazio Dio che mi circonda di opportunità e non mi lascia mai sola, ricompensandomi con la presenza di persone meravigliose che mi donano tanto amore".
Per la pallavolo hai viaggiato praticamente in tutto il mondo. Possiamo provare a definire con una sola parola alcune delle tue esperienze pallavolistiche?
Dinamo Mosca: pista di atterraggio
Galatasaray: famiglia
Rio de Janeiro: amore
Guandong Hengda: esperienza
Qual è il prossimo sogno che Tatyana vorrebbe realizzare?
"Oh, ho così tanti sogni… Ma la cosa principale che voglio dire è questa: perché tutti i miei sogni si avverino, ho solo bisogno di essere in salute e felice. Quando sono felice, nulla è impossibile per me. Perciò, il sogno principale è essere felice ogni giorno. E sai una cosa? Ho cominciato a realizzarlo".
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