di Luca Muzzioli
Ci siamo arrivati.
Quella di Lodz, il torneo di qualificazione olimpica, sarà una Italia "Egonu-Free". Contenti? Io no. Egonu è un patrimonio della nostra pallavolo e anche della nostra Federazione che su di lei ha investito per anni nel Club Italia. Non vederla in campo con la maglia della nostra nazionale è una sconfitta per tutti. Perché Paola Egonu capace è capace. Che vi piaccia o no.
Pur non dimenticando le sue fragilità, le sue unicità, i suoi possibili eccessi, io un Messi di 24 anni non lo lascio in tribuna o, addirittura, manco lo convoco. Ma questo non è il tema, perché comunque non alleno la nazionale e la mia idea è altamente opinabile e soggettiva.
Il tema è stata la gestione dell'Europeo nel suo complesso e con essa anche il lungo cammino che ci ha portati alla medaglia di legno.
C'è stata troppa confusione, troppi equivoci, troppa tensione latente.
Il giorno della presentazione degli Europei in quel di Roma, a mia precisa domanda, il Ct aveva ribadito che quella di Monica De Gennaro era stata una scelta prettamente tecnica.
Fin quando Davide Mazzanti giustifica e legittima le sue scelte come tecniche nessuna obiezione è avanzabile, perché tali scelte rientrano nel suo campo d'azione, nel mandato per cui gli allenatori sono assoldati e che per un eventuale target mancato pagano in prima persona.
Quando però il tecnico a fine Europeo, nelle interviste post gara a caldo, forse per eccesso di sincerità o perché in quel momento le difese sono calate per l'adrenalina, giustifica le scelte fatte perché dopo il Mondiale 2022 "non aveva la squadra in mano" , allora la prospettiva cambia.
Si avvalorano i dubbi, i rumors, le mezze voci che sin da prima avevano lasciato supporre che le scelte non erano tecniche e potevano essere figlie del dopo Brasile, del confronto vivace seguito alla sconfitta nella semifinale del Mondiale olandese tra “senatrici” e tecnico.
Una vicenda sussurrata, ma mai affrontata, le cui ripercussioni si sono propagate a quest'anno, fino all'ultima settimana pre Europeo.
Dopo De Gennaro e Bosetti, prima Chirichella, si è arrivati alla scelta riguardante Paola Egonu.
Qui il Ct non ha però completato la sua opera. Lui non è riuscito ad escluderla e lei non si è autoesclusa dicendo “no grazie” al ruolo di riserva prospettatole.
Una non scelta quella del tecnico che si è riflessa su tutto l'Europeo italiano dove le domande su Paola, su un possibile impiego insieme di Egonu e Antropova, fino al suo utilizzo massivo (ma tardivo) per risolvere una situazione delicata nella semifinale, hanno inciso nel racconto e nella vita della squadra azzurra.
Come avevo scritto, se l'idea di Mazzanti era quella di un ruolo così marginale per Egonu, non doveva convocarla considerando che il problema non era tecnico ma di gestione della squadra da parte sua.
Sarebbe stato più in linea con le sue motivazioni.
Oggi, tardi, a quella scelta è arrivato. Ha detto no lei? Non l'ha chiamata lui? Poco conta.
Il danno è della nostra nazionale che si priva di un talento assoluto. Che vi piaccia o no per quello che dice, per quello che rappresenta, per il colore dell'epidermide (che per alcuni - ahimè - è tema di discussione) che ha.
Ecco perché credo che così non si possa proseguire, nemmeno se in Polonia arriverà una qualificazione alle Olimpiadi.
Affrontare Parigi 2024 senza il talento che c'è in Paola Egonu è un crimine verso gli dei del volley.
Se è vero come è vero che Mazzanti mi rispose che Antropova si era integrata benissimo, lavorando anche per il posto 4 “facendo molto, molto bene” allora la strada è segnata.
Non possiamo permetterci di continuare a disperdere il patrimonio dell'argento del Mondiale 2018, un gruppo che stava decollando e invece è stato fatto precipitare.
Una generazione che si è incistita senza raccogliere quanto poteva.
P.s. Al contrario di quanto si è letto altrove, non c'è stato nessun confronto tra Egonu e Mazzanti prima di Italia-Olanda, dopo la prova di sostanza di Paola contro la Turchia. Il ritorno da titolare di Antropova non è stato reazione ad un confronto duro tra Egonu e il tecnico, ma ancora una volta una scelta del Ct.
Giocatrice-allenatore e team manager prima, quindi giocatrice e Presidente federale poi, si sono parlati all'aeroporto nella mattinata del ritorno, a torneo finito.
Poi la nota stampa con la lista per Lodz.
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