BARI - Un nuovo derby sulla strada degli azzurri di Ferdinando De Giorgi. Domani sera gli azzurri sfidano l'Olanda di Roberto Piazza, tecnico di origini parmensi, allenatore dell'Allianz Milano e dei tulipani dal 2019.
Il terzo "derby" dopo quelli con Zanini (Ct del Belgio) e Motta (Ct della Svizzera).
"La scuola italiana esiste ancora. E' vero, come dice Velasco, che con internet tutti possono copiare tutto, ma poi la differenza la fanno le esperienze. Non è un caso che tra l'Europeo maschile e quello femminile quasi la metà degli allenatori in campo fossero italiani".
Fiero e deciso: "Domani sera farò di tutto per andare a giocarmi le semifinali di Roma, poi fare di tutto e guidare la mia quadra a dare tutto non significa riuscirci".
Come Ct dell'Olanda ha conquistato il bronzo nella European Golden League, 10° posto all'ultimo mondiale, 5° all'ultimo Europeo, domani sera deve fare i conti con l'Italvolley più bella degli ultimi anni.
"Una gara in cui avremo tanta pressione, ma dico che è sempre bello giocare con i più bravi perché è un confronto che alla fine ti mette nella condizione di non aver nulla da perdere".
"Dico sempre che se vuoi diventare bravo, devi anche capire che devi giocare quando hai qualcosa da perdere ed è lo step che la mia Olanda deve fare"
Questa Italia come la vede?
"La vedo forte, quadrata, equilibrata. E' una squadra che si basa sulla forza del gruppo, si vede, una squadra che non molla, bella da vedere. Poi può succedere quanto accaduto con la Germania, in cui si son visti i tedeschi capaci di mettere a segno una serie di battute straordinarie e far diventare la gara equilibrata".
La chiave per scardinare questa Italia è quindi la battuta? "La chiave è sempre la stessa, non subire la pressione del sevizio azzurro e quando capita l'occasione di colpire. L'occasione capiterà, bisogna solo sapersela prendere".
Allenava già negli anni della "Generazione di Fenomeni", ha visto il gruppo di quegli anni e vede questo. Sono molte diverse come generazioni? "Credo sia complicato fare paragoni perché è tutto molto diverso. Oggi si vive tutto a una velocità pazzesca, critiche ed elogi. Forse una volta erano più quadrati, ma a il livello di stress quello che vivono oggi questi ragazzi non è paragonabile, basti vedere la questione Egonu dove tutti hanno qualcosa da dire, dove da ragionamenti ampi si estrapolano concetti decontestualizzando e poi discutendo su questi".
E' davvero un'altra era. "Sì, anche sottorete. Negli anni '90 ogni palla non era così 'pesante', ora la pallavolo viaggia in tutto almeno al 40% più veloce rispetto a quei tempi. I paragone sono impossibili".
Un gruppo comunque speciale quello odierno, sono ragazzi giovanissimi e in due anni hanno vinto oro Europeo e oro mondiale. Eppure sono ancora qui con il coltello tra i denti, affamati.
"Questo è un dato straordinario, che deve far riflettere. Perché loro riescono e in altri ambienti no?"
Merito di? "Della filosofia di un gruppo di persone che si sono amalgamate alla percezione, di un gruppo che sa stare bene insieme, anche merito del tecnico, De Giorgi, l'uomo giusto al posto giusto, nel momento giusto, capace di fare un ricambio generazionale".
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