MODENA - Il Levski Sofia abbandona le speranze di tornare in lizza per la Challenge Cup. Domani infatti la Mint Vero Volley Monza affronta in semifinale i turchi del Galatasaray nella sfida di andata e di fatto prosegue il suo cammino nel terzo torneo continentale in virtù dei risultati meritatamente conquistati sul campo.
A puntare l'indice sul comportamento della CEV c'è però il club bulgaro che aveva sollevato dubbi sulla legittimità del doppio tesseramento dello sloveno Nik Mujanovic per Calcit Kamnik (dove ha giocato fino ai 32esimi) e con Monza (dagli ottavi) quando il regolamento parla chiaro, un giocatore non può disputare la stessa manifestazione con due club differenti.
Stando a quanto riportato da Sportal.bg la denuncia del Levski non è stata respinta dalla CEV che, in realtà - con un atteggiamento pilatesco che è tipico degli apparati monocratici ma anche anacronistici in una società dove tutto corre sul web - non si è degnata nemmeno di una risposta ai rilievi avanzati.
"Non abbiamo notizie positive dal CEV per quanto riguarda il caso Mujanovic. La cosa più sorprendente è che non abbiamo nemmeno ricevuto una risposta o una scusa dal quartier generale europeo di pallavolo, per qualcosa che è ovvio. È chiaro che qualcuno ha commesso un errore, ma a quanto pare nessuno vuole ammetterlo. Se a Levski fosse stata data la possibilità di continuare ufficialmente in Europa, CEV ci avrebbe informato ormai in un modo o nell'altro", ha detto uno dei presidenti di Levski Sofia, Vladimir Nikolov, a Sportal.bg.
In casa Levski Sofia sono concordi nel dire che Mujanovic o no Monza sarebbe comunque stata un avversario superiore, ma resta il senso di "amarezza" per la mancata risposta della CEV sulla domanda di giustizio sull'irregolarità o meno del doppio tesseramento.
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