di Luca Muzzioli
MODENA - Carta d'identità: Andrea Giani, italiano, ex pallavolista, cinque partecipazioni alle Olimpiadi da Seul 1988 ad Atene 2004 nella pallavolo, due argenti e un bronzo. Oggi è CT della Francia e si appresta al suo sesto ingresso in un villaggio olimpico.
474 presenze in azzurro, è l'italiano con il maggior numero di caps nella pallavolo maschile e domenica a Lodz, in Polonia, ha guidato i transalpini, dopo l'oro di Bologna 2022, alla seconda vittoria in VNL.
Giani, come ha vissuto questo secondo oro alla VNL, specialmente dopo un inizio complicato lo scorso anno quando Modena si rimangiò la sua conferma? "Ho usato quel tempo per seguire i giocatori e imparare il francese. Mi sono dedicato alla nazionale a tempo pieno, cosa che mi ha permesso di lavorare intensamente su molti aspetti tecnici. Poi abbiamo fatto una super pianificazione per recuperare la nostra identità di gioco. Abbiamo utilizzato la VNL per ritrovare il ritmo e gli obiettivi persi l'anno scorso. È stato un lavoro intenso, ma il feedback è stato molto positivo".
Avete vinto senza Ngapeth e Chinenyeze. Il primo gestito dopo l'infortunio, il secondo con problemi pregressi. Ci saranno? "Con Earvin avevamo iniziato tutto un percorso fisico e poi si è fatto male, una lesione importante al polpaccio, e ha dovuto fermarsi. Chinenyeze si sapeva che aveva un problema tendineo. È stato necessario fermarlo per dei controlli. È talentuoso, ma è da tempo che non tocca una palla. L'obiettivo per entrambi è essere pronti per i Giochi".
La formula attuale delle Olimpiadi, massimo sei partite, non daranno respiro. "E' un torneo diverso dalla VNL. Bisogna essere pronti subito, perché non ci si può permettere di perdere troppo nel girone iniziale. Utilizzeremo un massimo di 8-9 giocatori per gara, perché il torneo è breve, ma molto intenso".
È italiano, ma guida la Francia nel torneo casalingo. C'è pressione? "Principalmente sulla necessità di esprimere un buon gioco. Se giochi bene, devi solo concentrarti sull'avversario e adattarti. Se giochi male, la pressione diventa ancora più forte".
Cinque Olimpiadi da giocatore con l'Italia, ora una da allenatore. Come si sente? "Era il mio sogno fare un'Olimpiade da coach, e ora ho l'opportunità di realizzarlo. È una sfida diversa, ma sono entusiasta".
Al Villaggio Olimpico troverà mezza Generazione di Fenomeni: Velasco, De Giorgi, Bernardi e anche Barbolini. Non è un caso? "È la dimostrazione della qualità di quel gruppo, del gruppo che eravamo. Per la parte tecnica, ma anche per la parte umana e mentale. Abbiamo speso l'inspendibile, ma questo ci ha fornito un serbatoio che ora non ci rende mai paghi di fare quello che facciamo".
Da Seul 1988 ad oggi, come è cambiata la pallavolo? "È cambiata molto. L'introduzione del libero, del net per la battuta e l'evoluzione della velocità della battuta e dell'attacco hanno trasformato il gioco. Ma la fisicità dei giocatori è rimasta simile; si sono evoluti molto tecnica e allenamento".
Veniamo all'Italia di oggi. Come la vede in questa competizione? "La squadra di Fefé è molto forte, insieme alla Polonia sono le formazioni superiori. Il livello generale però si è alzato molto, alle loro spalle si è creato un cuscinetto di squadre forti. Le Olimpiadi saranno difficili, ogni partita sarà una sfida e nei quarti di finale ci saranno incroci tra squadre che si potevano ipotizzare sul podio. Mentre diverse si fermeranno lì, c'è tanto equilibrio. Il nostro target? Le semifinali, poi si vedrà".
Commenti