Olimpiadi | 28 luglio 2024, 10:55

Olimpiadi: Azzurre diesel. Quando si accende Egonu è 3-1 alla Dominicana

Alessandro Trebbi

Dopo un primo set agevole la squadra di Velasco pasticcia nel secondo e cede il parziale parziale ai vantaggi. L'opposta azzurra torna a far brillare la squadra

Olimpiadi: Azzurre diesel. Quando si accende Egonu è 3-1 alla Dominicana

GARA 1

ITALIA - REP. DOMINICANA 3-1 (25-19, 24-26, 25-21, 25-18)
ITALIA: Orro 1, Bosetti 5, Danesi 11, Sylla 10, Egonu 25, Fahr 4, De Gennaro (L). Omoruyi 1, Antropova 2, Antropova 2, Lubian, Giovannini 2, Cambi. All. Velasco
REP. DOMINICANA: Arias 6, Marte 1, Pena 12, Martinez 9, Jineiry 12, Gaila 21, Castillo (L). Tapia 3, De la Cruz 2, Ariana, Guillén. Ne: González. All. Kwiek
Arbitri: Ozbar (TUR), Grass (BRA)
Durata set: 25’, 28’, 25’, 21
Italia: ace 5, battute sbagliate 9, muti 9, errori totali 18. Rep. Dominicana: ace 3, battute 12, muri 13, errori totali 38


PARIGI (FRANCIA) - Due set e mezzo per scrollarsi di dosso le insidie e le ansie dell'esordio, poi un'Italia bruttina ma in fondo efficace, che è quello che conta a un'Olimpiade, sbroglia la pratica Repubblica Dominicana e si prende i tre punti che voleva. Il match dell'Italia viaggia di pari passo con quello di Paola Egonu: finché la stella azzurra non carbura, è fatica a ogni punto, nonostante un primo set vinto senza sussulti. Dopo la scoppola del secondo e un inizio terzo zeppo di errori, è proprio Paola a dare il la alla risalita della squadra di Velasco, che pian piano diventa un fiume in piena non più arginabile da una squadra, quella centroamericana, volitiva ma decisamente inferiore sul piano tecnico. 

I PIÙ. Il piglio trascinante della Egonu dalla metà del terzo set in avanti, la grinta e la solidità di Danesi, l'ingresso placido ma deciso di Giovannini. In generale la sensazione che questa squadra, nonostante le assenze di Pietrini e Degradi, abbia tantissime armi a disposizione e le sappia sfruttare quando servono. 

I MENO. Due set e mezzo servono a Egonu per carburare, l'impressione è che ci vogliano altri tipi di impegno per stimolarla di più e infatti appena il match si scalda e le azzurre vedono complicarsi le cose, lei risale. Bosetti fallosa, inusuale per lei, anche in seconda linea. Nel complesso le azzurre devono migliorare, tutte, in attacco. 

SESTETTI. La Dominicana parte con Marte Frica al palleggio, Gaila, opposta, Pena Isabel e Martinez B di banda, Martinez J e Cruz de Pena al centro, Castillo libero. L'Italia con la formazione tipo: Orro, Egonu, Sylla, Bosetti, Danesi, Fahr, De Gennario libero. L'arbitro è la turca Ozbar. 

LA PARTITA. Le azzurre iniziano contratte in ricezione e fallose in attacco, ma è solo questione di due o tre punti per arrivare al 9-5. C'è subito spazio anche per Cambi e Antropova, in un doppio cambio tranquillo che conduce l'Italia fino alla chiusura 25-19.

C'è equilibrio anche a inizio del secondo, col muro dominicano che un paio di volte sorprende Egonu e Sylla mentre l'ace fortunoso della Martinez segna l'11-11. È il cazzotto che serve a far svegliare un'Italia che continua a faticare in attacco ma non basta perché la dominicana, che attira le simpatie del pubblico, continua a ingabbiare la Egonu e con Gaila diventa infermabile fino a un incredibile 23-23 dal 18-12. Pena Isabel spara fuori la free ball del 23-24, al set ball va l'Italia ma non chiude. Si va ai vantaggi nel tripudio dell'Arena Sud. Gaila tira tutto, la Egonu si fa murare il 24-25 e spara out l'impronosticabile 24-26.

L'Italia si perde completamente e va sotto 5-7, con Velasco che inserisce Lubian per Fahr ma gli errori continuano ad arrivare mentre Martinez fa 8-11. Per fortuna Egonu ha una scintilla che porta al 15-13. Sul 16-16 rientra la Giovannini per una stranamente fallosa Bosetti: è Danesi ad affiancare Egonu nella riscossa (20-17), il primo punto della Giovannini è un fondamentale 22-18 che mette il parziale in cassaforte fino al 25-21 di Egonu che è il la al dominio azzurro nel quarto set vinto 25-18, in cui Giovannini riparte titolare e Omoruy subentra a Sylla sul 16-12. 

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