Gara 17
POLONIA - ITALIA 0-3 (15-25, 18-25, 26-24, 20-25)
Polonia: Fornal 1, Huber 10, Kurek 14, Leon 9, Kochanowski 3, Janusz 1, Zatorky (L); Kaczmarek, Sliwka 1, Lomacz 1, Semeniuk 10, Bieniek 5. All. Grbic.
Italia: Romanò 20, Lavia 12, Galassi 10, Giannelli 4, Michieletto 17, Russo 5, Balaso (L). N.e.: Sbertoli, Sanguinetti, Bottolo, Bovolenta, Porro. All. De Giorgi.
Arbitri: Mokry (SVK), Cespedes (DOM)
Durata set 22' 25' 31' 25' Tot. 1h43.
Punti in attacco 43 a 49.
Errori un attacco: 22 Polonia, 11 Italia
Muri: 7 a 13
Ace 5-6
Battute sbagliate 22 a 18
Errori avversari: 31 Polonia 24 Italia.
PARIGI (Francia) - Saranno quarti di finale col Giappone per un'Italia per due set presso chè perfetta, infermabile, che ha lasciato la Polonia attonita, senza nessuna arma in grado di contrastare uno strapotere che deve far paura persino agli azzurri stessi, perché è impossibile che da ora in poi l'Olimpiade sia così facile come lo è stato domare la Polonia per la prima ora.
Dopo cinque minuti di assestamento gli azzurri hanno preso il largo diventando dei cecchini, murando a ripetizione Leon e Kurek, costringendoli all'errore, lasciandoli senza alcuna speranza.
Una pausa sul 2-0 23-21 è costata agli azzurri mezz'ora in più di fatica, ma la superiorità è sembrata schiacciante di fronte a una squadra potente ma sbagliona, disordinata, senza un'identità.
E allora da oggi c'è il compito più arduo per Giannelli (sontuoso) e compagni: scordarsi che questa partita sia mai esistita. Perché l'Olimpiade, dai quarti, è un'altra storia.
I PIÙ. La prova globale di muro-difesa dell'Italia è sontuosa: aiutata certo da una ricezione polacca molto traballante, ma l'ordine mentale e spaziale che i ragazzi di De Giorgi hanno messo in campo è un cubo di Rubik anche per i campioni d'Europa. In una prova corale scintillante spicca su tutti Simone Giannelli, splendido nella gestione degli attaccanti tra finte, giocate semplici, invenzioni, cattiveria a muro e in difesa. La freddezza di Romanò nel finale di terzo set e nel quarto: micidiale.
I MENO. La domanda inizia a essere lecita: perché Fornal e non Semeniuk o Sliwka, in una squadra come la Polonia zeppa di talento ma bisognosa di equilibrio? In generale nessuno degli attaccanti polacchi ha giocato una gara sufficiente, ma quella di Kurek è stata a tratti irritante.
I SESTETTI. Polonia con Janusz in diagonale a Kurek, Fornal che torna titolare con Leon, Kochanowski e Huber al centro, Zatorski libero. Azzurri con Giannelli e Romanò, Michieletto e Lavia, Galassi e Russo e Balaso libero.
LA PARTITA. Il fischione di Kurek, il muro di Michieletto sull'opposto e l'altro errore di Fornal regalano il 12-10 all'Italia. Sbaglia anche Leon in pipe e la serie di Giannelli si allunga, dall'8-10 al 13-10. Romanò fa 17-12 prima e 20-13 poi col doppio ace, con l'Italia in trance agonistica. È una serie infinita, da 17-13 a 23-13 con anche un ingresso di Sliwka maltrattato dal muro azzurro. Chiude Michieletto 25-15.
Nel secondo il muro degli azzurri continua a fermare tutti, Leon compreso. È tutta la Polonia a non funzionare, irriconoscibile anche se recupera leggermente in un finale in cui gli azzurri sprecano da 21-15 a 21-18 ma ancora col muro (Galassi su Uber) si riprendono il vantaggio prima che chiuda Romanò 25-18 con l'ace. Nel terzo dentro Semeniuk e Bieniek dall'inizio per Fornal e Kochanowski. Il match cambia, è il punto a punto che ci si attendeva all'inizio. Romanò entra in modalità Zorzi per il 21-20, difesa e attacco, Galassi mura Semeniuk per il 22-20. Da 23-21 però si passa improvvisamente a 23-24 con due incertezze tra attacco e ricostruzione. Romanò annulla ma Lavia sbaglia la battuta e Kurek, fin lì dannosissimo per i suoi, piazza l'ace del 24-26.
Gli azzurri si ricompongono e tornano avanti col 13-10 firmato Michieletto e il 15-12 di Romanò. Entra Lomacz per Janusz (16-12), la Polonia risale con Huber dal servizio, martellando la P1 italiana da cui gli azzurri escono con un palleggio di Romanò prima che Lavia faccia 18-15. Un'azione lunghissima viene chiusa dall'attacco out di Kurek (20-16): è il segno della resa definitiva sancita dal 25-20, ancora un errore di Kurek.
Commenti