Olimpiadi - 05 agosto 2024, 20:36

Olimpiadi: Giannelli, "Sul mio turno di servizio sapevo che potevamo farcela. Anche se succede una volta su venti"

Giannelli esulta

PARIGI (Francia) - Simone Giannelli dopo la vittoria nei quarti di finale olimpici contro il Giappone terminato 3-2 in favore degli azzurri. 


È stata una partita che anche in Italia è stata seguita veramente con emozione pazzesca. Forse voi da dentro l'avete giocata, ma da fuori ha avuto un effetto devastante.
"Noi dobbiamo pensare alle nostre cose. Siamo qua all'Olimpiade per far fruttare tutto ciò che abbiamo fatto in questi anni, per non dare per scontata la qualificazione in quest'Olimpiade che era difficile. Siamo contenti di essere qua. Come avevo già detto, noi siamo qua per lottare contro tutti e tutto e l'abbiamo fatto. Oggi l'abbiamo dimostrato prima a noi stessi, che è la cosa importante, e poi a tutti quanti. Siamo veramente contenti di aver vinto una partita così difficile contro una squadra così tosta perché, per chi lavora nella pallavolo, sa che il Giappone negli ultimi anni è impressionante. Sta giocando in modo incredibile con Blain, che ha fatto un lavoro pazzesco con loro. Sono una squadra che mette in difficoltà tutti. Penso che sia una delle migliori quattro squadre al mondo. L'avevo detto, l'avevo già detto. Chi beccava il Giappone era fregato, perché sarebbe stato un quarto difficile e lo è stato".

Come si fa a rimanere di testa dentro una partita così, nonostante le difficoltà. Prima di testa, prima ancora che tecnicamente? "La soluzione è sempre quella che adotto io che ho cercato di trasferire anche alla squadra l'idea di scomporre sempre un po' le cose che ci sono da fare in tante piccole cose. Perché se tu guardi l'obiettivo finale, non ci arrivi. Senza obiettivi intermedi crei solo disappunto. Invece, se c'è un obiettivo finale e ti crei tanti piccoli step da affrontare quotidianamente, così anche in partita nei set, ti faciliti un po' la vita".

"Anche quando sei sotto, se pensi a punto per punto senza pensare troppo avanti o troppo indietro, se stai attaccato a ogni singolo elemento che tu vai a fare, riesci a stare più concentrato su quello che stai facendo". 

Quando sei andato in battuta alla fine del terzo set, l'obiettivo finale era lì. "L'obiettivo finale era lì, però sai, bisogna provarci nella vita. Bisogna metterci tutto quello che si ha. Bisogna essere consapevoli e determinati di quello che si può fare. Io lo ero, sapevo che potevamo farcela. Succede poche volte. Non facciamo i fenomeni, perché succede una volta su 20, una cosa del genere. Ma la squadra è stata bravissima, perché era come se sapessi che loro erano ancora lì. Infatti poi hanno fatto muro, abbiamo contrattaccato bene. Non è solo un ace che cambia la partita. Vorrei focalizzarmi su come siamo rimasti aggrappati tutti insieme. Sia in campo sia in panchina. Ci hanno dato un'energia incredibile e questa è qualcosa che dobbiamo portarci dietro".

Ti crea qualche apprezzamento questa difficoltà nell'entrare in partita? Almeno questo l'abbiamo percepito dalle tribune, in questa parte iniziale.

"No, perché poi bisogna analizzare anche le cose. Bisogna capire se hai fatto tanti errori tu o sono stati molto bravi gli altri. Oggi sono stati molto bravi gli altri. Poi, come sempre, quando sei molto bravo gli altri ti mettono in difficoltà. A parte che è stata la prima partita in cui siamo partiti così e così, siamo partiti sempre molto bene in questa Olimpiade. Però vi assicuro che abbiamo fatto delle cose che poche volte ho visto nella mia vita. Abbiamo fatto delle difese, dei contrattacchi, delle battute... Sicuramente il primo set qualcosa ci ha lasciato. E comunque siamo arrivati a 25-20. Nonostante avessimo fatto un set così e così e loro avessero giocato un set incredibile, siamo arrivati comunque a 5 punti. Quindi se siamo rimasti lì, abbiamo giocato". 

Cosa vi dicevate di fronte a questi che prendevano qualsiasi cosa in qualsiasi posto?  "Difficile, ma ci eravamo detti che eravamo pronti per una partita di sofferenza. E penso che l'abbiamo dimostrato".


Ripensando alla semifinale con gli Stati Uniti di otto anni fa, ci sono un po' di analogie. Aver giocato quella partita, dove avevate perso male il terzo set ed eravate molto sotto nel quarto, ti ha aiutato mentalmente? Ti è venuto in mente in qualche frangente?

"No, non mi è venuta in mente. In 8-9 anni sono successe tantissime cose. Sia in campo che nella mia vita personale. Sono tutte esperienze in più che ti portano dietro. È un vantaggio che ti dà l'età. Chi è giovane non ha colpe. Anzi, ha tanti vantaggi rispetto a chi ha fatto tante partite. Ma chi ha tante partite nel bagaglio, ha vissuto tante esperienze".
"Non voglio fare il fenomeno perché abbiamo vinto e dire che bisogna crederci sempre. Poteva finire 0-3 questa partita. Un po' di fortuna, un po' di coraggio, un po' di essere spavaldi".

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