Olimpiadi | 07 agosto 2024, 09:27

Olimpiadi: L'Italia al vaglio di Vagli. L'analisi del successo sul Giappone

Filippo Vagli

Olimpiadi: L'Italia al vaglio di Vagli. L'analisi del successo sul Giappone

PARIGI (Francia) - L'Italvolley di Fefé De Giorgi vince al tie-break in maniera rocambolesca il terribile quarto di finale contro uno straripante Giappone al termine di una battaglia durata 2 ore 43 minuti qualificandosi per la semifinale olimpica in programma mercoledì 7 agosto.

E pensare che andando ad analizzare i numeri ci si accorge che il Giappone è stato superiore all’Italia nella maggioranza dei fondamentali così come delle varie situazioni di gioco. Un punto in più per gli uomini di Blain (114 a 113) i quali hanno prevalso anche riguardo la percentuale di punti realizzati per azione (0,35 contro lo 0,33 degli azzurri).

Giappone meglio nell’attacco di squadra, 50% di efficacia contro il 47% dell’Italia, nella difesa a terra (65 contro 47) e per quanto riguarda gli errori (25 per gli atleti del Sol Levante, 32 per i ragazzi di de Giorgi).

Nipponici meglio anche al servizio (meno 10 contro il meno 17 degli azzurri il differenziale battute sbagliate/ace), con Romanò e Michieletto i meno efficaci dai 9 metri (l’opposto chiude con 2 ace e 9 errori, il posto quattro mancino con zero ace e 4 errori).

Parità assoluta per quanto riguarda la positività in ricezione con entrambe le squadre attestate al 53% mentre l’Italia ha prevalso nettamente sia riguardo i muri vincenti (15 a 2) che per gli errori diretti in attacco: 10 quelli dei nostri portacolori, 22 quelli del Giappone).

E quando vinci partite nelle quali hai avuto numeri inferiori da quasi tutti i punti di vista, a “dispetto dei Santi” direbbe qualcuno, significa che da gruppo sei diventato squadra, due concetti che contengono un significato molto diverso fra loro.

Determinazione, cattiveria, voglia di arrivare all’obiettivo, personalità, maturità ma soprattutto, come ha detto il CT De Giorgi al termine della gara, capacità di “tirare fuori dell’altro oltre alla tecnica“, accettando la bravura dell’avversario, avanzando oltre gli errori commessi ma soprattutto evitando di commentare le imprecisioni dei propri compagni ma cercando altresì di porvi rimedio.

A livello individuale solo Romanò in attacco ha portato a casa una percentuale ragguardevole con il 52% di efficacia mentre nessun posto quattro azzurro è arrivato al 50% così come nessuno dei due centrali è andato oltre al 55%. Il tutto da ascrivere ad una certe difficoltà degli azzurri a sfruttare le debolezze del muro giapponese ma anche alla straordinaria abilità degli uomini di Blain nella difesa a terra, dove hanno fatto vedere cose al limite dell’umano. A dar man forte all’opposto di Piacenza un Michieletto inizialmente nervoso e contratto, molto cercato dal servizio giapponese per toglierlo dalla “pipe”, ma cresciuto con l’andare del match fino a chiudere come il miglior marcatore azzurro (24 punti per lui).

Leggermente sottotono rispetto agli standard abituali la prestazione in attacco di Daniele Lavia (44% di efficacia) compensata dal 56% di positività in ricezione, il migliore degli azzurri in questo fondamentale, ma ancor più risultando decisivo nei momenti più delicati della gara, tie-break compreso.

Simone Giannelli è parso meno preciso del solito in cabina di regia (soprattutto nella prima parte del match) ma anche meno lucido tatticamente, avendo dimenticato per lunghi tratti della gara il gioco al centro, letale quando si affrontano squadre dotate di pochi centimetri.

Nello stesso tempo il capitano azzurro è stato quello che sul 21-24 nel terzo set, con il suo servizio ha preso per mano la squadra con battute di ottima fattura e soprattutto con l’ace che è valso il 24-24. Partita di grande sacrificio quella dei due centrali, Galassi e Russo. Entrambi poco serviti (21 palloni attaccati in due sono veramente pochi in 5 set), ma capaci di “sporcare” tanti palloni a muro (Russo ne ha messo a segno anche 5 vincenti) con Galassi che al servizio è risultato essere il migliore tra gli azzurri: due ace a fronte di tre errori per l’ex centrale di Monza ma principalmente tante battute ben fatte che hanno costretto il palleggiatore avversario a giocare con palla staccata da rete.

Fabio Balaso, pur perdendo la sfida a distanza con il fantastico libero giapponese Yamamoto (42% di positività in ricezione con 14 difese contro il 54% di positività in ricezione e le ben 22 difese di Yamamoto), si è reso protagoniste di alcune mirabolanti difese tra quarto e quinto set, risultate decisive per il risultato finale. 

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