PINEROLO - Di rientro da Parigi e un breve periodo di vacanza la palleggiatrice azzurra Carlotta Cambi è stata intervistata dall'emittente RBE-TV
Questa l'intervista alla regista oro a Parigi2024.
Qui tra poco inizierà una nuova stagione per l'Union Volley. Oggi con me ci sono due ospiti speciali: Carlotta Cambi e la sua medaglia d'oro, recentemente vinta a Parigi, in una giornata storica per tutta l'Italia sportiva. Torniamo a domenica 11 agosto, una data indimenticabile. Ultimo punto, la palla cade a terra: è difficile descrivere le emozioni, ma prova a spiegarci cosa hai provato in quel momento.
"Massima felicità. Sono corsa in campo dalle mie compagne, ho visto le loro facce incredule e continuavo a dire: 'Ce l'abbiamo fatta, abbiamo vinto, abbiamo vinto'. Ero felicissima. Non sono una persona che si lascia andare facilmente alle lacrime, e penso si sia visto, ma in quel momento ero davvero molto felice".
Pochi minuti dopo è arrivato il momento iconografico della premiazione con la medaglia. Che tipo di emozione hai provato in quel frangente? È stata diversa rispetto a quando è caduta l'ultima palla? Hai avuto il tempo di realizzare cosa stava succedendo?
"Mi sono svegliata la mattina di quella domenica con un solo pensiero: cantare l'inno sul podio, perché significava che avevamo vinto. Penso sia una delle cose più belle per un atleta che ha vinto l'oro: cantare l'inno sapendo che in quel momento viene trasmesso solo il tuo inno. Mi sono goduta quel momento al 100%. Ricevere la medaglia e cantare l'inno è stata la massima espressione della felicità".
Poi, naturalmente, tutto finisce e si torna a casa. Come hai vissuto il ritorno? Come sei stata accolta e quali emozioni hai provato nel riabbracciare i tuoi cari, ma con uno status forse un po' diverso?
"Spero di rimanere sempre la stessa Carlotta per la mia famiglia, perché non mi sento cambiata da questa vittoria. È chiaro che è una vittoria molto importante per una carriera sportiva, ma mi sento la stessa persona di cinque mesi fa, quando non avevo ancora questa medaglia al collo. Tornare in Italia è stato come entrare in un frullatore: ci sono state tantissime feste. Mi sono sentita accolta non solo dal mio paese, ma anche dalla città in cui vivo con il mio ragazzo. Tornare con questa medaglia e sentire l'orgoglio delle persone è stato bellissimo".
Hai una dedica speciale per qualcuno che ti è stato accanto in questi anni, culminati in questa giornata speciale? "Non ho una persona in particolare a cui dedicare la medaglia. L'ho dedicata a tutte le persone che mi sono state vicine, anche nei momenti più difficili della mia carriera, quando magari la convocazione in nazionale non arrivava. Sono le stesse persone che gioiscono con me, che sanno quanti sacrifici ci sono dietro il tornare in nazionale e vincere questa medaglia. Quindi, la mia famiglia in generale è quella a cui dedico questa vittoria".
Molti atleti descrivono le Olimpiadi come un'esperienza umana, oltre che sportiva, molto arricchente. Dal tuo punto di vista, come hai vissuto l'ambiente olimpico?
"Noi abbiamo vissuto l'esperienza olimpica in modo diverso, per scelta della federazione e del coach. Non eravamo nel villaggio olimpico, ma in un hotel distaccato, per mantenere la concentrazione necessaria per un torneo così importante. Non abbiamo partecipato nemmeno alla cerimonia d'apertura, per conservare energie. Questo distacco dal villaggio olimpico ci ha aiutato a rimanere nella nostra bolla e concentrate. Forse ci ha fatto perdere un po' dello spirito olimpico, ma se il risultato è stato questo, siamo più che contenti".
Abbiamo visto qualche immagine di voi a Parigi, anche in momenti di svago. Puoi descriverci l'ambiente all'interno del gruppo durante questa esperienza?
"L'ambiente è stato molto sereno fin dall'inizio, e penso che merito di questo vada anche a Julio (Velasco), che ha dato ruoli ben precisi all'interno del gruppo, creando un ambiente più sereno ed equilibrato. Abbiamo avuto anche dei momenti di svago, visitando altri sport come il beach volley e i tuffi. Ci sono stati momenti di libertà che ci hanno permesso di vivere appieno l'esperienza".
Parliamo del percorso della squadra. Guardando i risultati, sembrate essere stati un rullo compressore, ma ci sono stati momenti di difficoltà che il pubblico non ha percepito?
"Sicuramente l'inizio è stato difficile. Julio ha deciso di iniziare la VNL con la squadra B, perché le big non erano ancora arrivate. È stato un rischio e un momento di pressione, perché dovevamo ottenere risultati per qualificarci alle Olimpiadi. È stato un momento di massima tensione, ma la scelta si è rivelata giusta. Anche se il percorso sembra essere stato in discesa, ci sono stati momenti di difficoltà, come infortuni importanti a ridosso delle Olimpiadi, che hanno richiesto di ristabilire gli equilibri della squadra".
Abbiamo citato più volte Julio Velasco, il vostro coach. Che impressione hai avuto di lui, rispetto all'immagine che avevi prima?
"Ho trovato una persona molto empatica e attenta al benessere delle persone, sia dentro che fuori dal campo. Una persona molto sicura di sé, che sa dare i giusti momenti di libertà perché è sicura del lavoro che si fa in palestra. Rispetto all'idea che mi ero fatta di lui, l'ho trovato più socievole con gli atleti di quanto immaginassi. È stata una scoperta positiva, ha dato molta tranquillità al gruppo".
Torniamo al presente: inizio della stagione 2024-2025. Cosa porti dall'esperienza olimpica a questo gruppo?
"Sicuramente più solidità mentale. Penso che l'Italia come gruppo sia sempre stata forte tecnicamente e tatticamente, ma forse ci mancava l'aspetto mentale, quella capacità di gestire la pressione nei momenti difficili. Porterò a Pinerolo questo, cercando di aiutare le compagne più giovani a crescere sotto questo aspetto e facendo squadra con le più esperte per superare i momenti difficili insieme".
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