Estero - 07 ottobre 2024, 14:50

Giappone: Francesco Recine, "La tecnica è due-tre passi avanti rispetto alla SuperLega"

Giappone: Francesco Recine, "La tecnica è due-tre passi avanti rispetto alla SuperLega"

MODENA - Ad "After Hours – La Superlega di notte", il talk con Andrea Zorzi, Andrea Brogioni, Francesco Recine si è raccontato dal Giappone, a pochi giorni dal vie del nuovo campionato nipponico.

Come sta andando la tua nuova avventura in Giappone? "È partita bene, ero un po' teso e nervoso perché è la prima esperienza da straniero in un Paese completamente diverso dal nostro. Ma la squadra è molto preparata ad avere stranieri, sa come gestire i nuovi arrivati. Qui ti fanno sentire a casa, ti fanno avere tutto quello che chiedi, ti tengono come se fossi d'oro. Mi hanno dato il tempo di entrare in maniera tranquilla, abbiamo fatto amichevoli con squadre coreane, pian piano abbiamo alzato il livello degli allenamenti e del gioco."

Cosa ti ha sorpreso di più del gioco rispetto alla SuperLega? "È stato complicato entrare nelle dinamiche della squadra, è tutto completamente diverso. La palla va dieci volte più veloce, la fisicità non è alta come in SuperLega, viene compensato tutto dalla tecnica. La ricezione e la difesa sono elevate al massimo, se nel nostro campionato alcune ricezioni sono esclamative, qua la palla non esce mai dai tre metri."

Come stai affrontando la solitudine in questa nuova esperienza? "Ho avuto dieci giorni di febbre, ma sto recuperando. In aeroporto a Milano mi ha accompagnato mia madre alle cinque di mattina. È stato emozionante. Non sono mai stato da solo neanche un giorno della mia vita in Italia, perché tra famiglia, amici, il cane, la mia ragazza ho sempre avuto qualcuno vicino a me, le mie giornate erano sempre piene. In viaggio ho passato 22 ore da solo, cercavo di immaginare come sarebbe stato all'atterraggio. Le giornate però passano in fretta, siamo tutto il giorno in palestra, dalla mattina presto fino alle sei. Arrivo a casa stanco, cucino, poi mi riposo sul divano. Poi ogni tanto chiamo i familiari, la mia ragazza, i miei amici."



Come ti trovi nella Toray e com'è il livello del campionato giapponese? 
"La differenza è la fisicità. In Italia io mi ritengo il più basso, quello che tira meno forte, che deve gestire la battuta. Qua invece sono quello che deve tirare la battuta, deve fare punti in attacco… La fisicità è diversa, ma la tecnica è due-tre passi avanti al campionato italiano, la si allena ore e ore: fanno un sacco di quantità. Oggi ci siamo allenati due ore e tre quarti, facendo per un'ora e tre quarti solo tecnica fra ricezione, muro, battuta, difesa. Poi la palla viaggia velocissima e spesso il muro è a uno, uno e mezzo."

Come vedi il futuro degli stranieri in Giappone? "Da quando si sono aperti più spot per gli stranieri, prima si cercavano più stranieri, ora gli italiani sono diventati il punto fermo del campionato, dopo aver vinto Europeo e Mondiale. Qui in Giappone l'apertura agli stranieri farà alzare il livello."

Hai ancora un occhio sulla SuperLega? "Sono riuscito a guardare la Del Monte Supercoppa e poi Civitanova-Padova. Reputo la SuperLega il mio campionato, ci tornerò sicuramente. Questa è un'esperienza che ho voluto per me, la reputo molto importante per la mia crescita a livello personale e tecnico."



Cosa puoi dirci dell'estate appena passata? 
"È stata un'estate lunga, intensa, difficile. Sono stato in gruppo fino al momento in cui sono usciti i 13 convocati per le Olimpiadi. Ho dato tutto me stesso, non ho rimpianti per quello che ho fatto. Ho dimostrato che potevo stare in quella squadra. Ma non sono io a scegliere ed è andata così. Ho messo il sogno nel cassetto, non lo abbandono ma rimane lì per poterlo inseguire di nuovo più avanti. Non perdo di vista i miei obiettivi."

 

 

Redazione Volleyball.it

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