MODENA - Bis di primi, gnocco e tigelle, secondo di carne, dolce, acqua, vino e caffè. È il menù de "L'ultima cena," l'invito - tra sacro e profano - della ex tifoseria di Modena Volley, gli Irriducibili Gialloblù, che da quest'anno hanno chiuso i battenti.
L'ultimo atto (sullo sfondo dell'invito social è stata utilizzata proprio l'immagine del Cenacolo di Leonardo da Vinci) che giunge dopo 13 anni di passione vissuta dai tifosi organizzati di un club che, per la sua storia passata, è il più blasonato d'Italia.
Tutti stretti stretti sulla gradinata della curva spogliatoio, tra vittorie da festeggiare e sconfitte (di più), sparse qua e là da mandar giù. Presenti nonostante le difficoltà, perché il leitmotiv attuale al PalaPanini, voluto dalla nuova proprietà, è quello di renderlo più simile a una discoteca e lottare per farsi sentire con megafoni e tamburi è una missione impossibile.
Modena è quindi arrivata nuda alla meta del campionato 2024/25. Uno choc, perché mentre la campagna abbonamenti è ancora aperta (domenica scorsa il dato era di 3.235 presenze, ma un incasso di soli 32.231 euro, compresa la quota abbonati), la curva (nel senso di tifoseria organizzata che non c'è) nella prima gara casalinga ha salutato il nuovo campionato senza nemmeno un cenno di coreografia, un vuoto nell'anima di un impianto che, dall'era targata Giuseppe Panini, via via, di patron in patron (Vandelli, Grani, Peia e Pedrini), ha insegnato a generazioni di tifoserie e squadre avversarie cosa fosse il "Tempio." Tanto che in quegli anni (chiedere a Zorzi, Giani in maglia Maxicono, o anche a Bernardi in maglia Sisley) si diceva che l'avversario partiva sempre da meno uno nel computo dei set, tanta era la pressione esercitata da Febbre Gialla prima, e poi via via dai club organizzati emanazione di quello.
Per Modena Volley non avere una tifoseria organizzata è il segno di una degenerazione dei tempi, perché quella mancanza in città non è passata inosservata. Una tifoseria, al fianco di una squadra di pallavolo, per la realtà che è lo sport della pallavolo oggi, è il sintomo di un radicamento nel territorio di una squadra e di una società. Se questo viene a mancare, allora viene a mancare il legame, ed è un attimo che un club possa anche trasferirsi nell'indifferenza generale a Montichiari, a Monza o altrove.
Gli Irriducibili hanno alzato bandiera bianca sin dall'estate forse anche per l'ultimo colpo ricevuto. Si pensa nella curva che forse non fu un caso, che a uno sciopero del tifo per un set in una partita per dare un segnale alla squadra, la società reagì non mandando i giocatori a presenziare alla cena dei tifosi di fine anno, una prassi consolidata nel passato.
Dopo che i 15 "Skapigliati" di Grottazzolina domenica scorsa si sono fatti sentire come fossero in casa loro, sale la curiosità per l'arrivo al PalaPanini di Perugia, che anche in trasferta non manca mai di schierare centinaia di rumorosissimi Sirmaniaci. Verranno sovrastati dai decibel dello speaker? Intanto, l'emittente televisiva locale TRC lancia, non a caso, l'hashtag #salviamoilpalapanini.
Da Tuttosport
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