Superlega | 02 dicembre 2024, 14:12

Civitanova: Medei, "La forza della squadra è la capacità di rialzarsi subito"

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Civitanova: Medei, "La forza della squadra è la capacità di rialzarsi subito"

MODENA - Gian Paolo Medei, tecnico della Cucine Lube Civitanova, è intervenuto ieri sera alla nona puntata di After Hours – La SuperLega di notte, il talk trasmesso in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di Lega Pallavolo Serie A, con Andrea Zorzi, Andrea Brogioni.

Casa dolce casa- "Quest'anno in casa non ne abbiamo sbagliata una, abbiamo fatto sempre bottino pieno. Siamo molto contenti. In più ieri sera c'era un'atmosfera straordinaria all'Eurosuole Forum, come non si vedeva da un bel po'. Questa è la nota più positiva, che mi rende orgoglioso: aver riempito il palazzetto con un'atmosfera straordinaria. Questo, al di là delle vittorie e dell'imbattibilità in casa, spero continui e spero che il nostro pubblico ci segua così: abbiamo avuto momenti complicati e il pubblico è stato un fattore."



La capacità di reagire - 
"Non sono sorpreso, perché non ci eravamo posti obiettivi precisi, a parte crescere e migliorare sugli aspetti che dall'inizio non erano ancora di alto livello. In alcune situazioni siamo molto migliorati, in altre facciamo un po' di fatica. Non siamo continui. Quello che mi fa essere più ottimista è che questa è una squadra che ha fatto qualche passo falso, come a Taranto, poi però ci siamo rialzati subito con Grottazzolina. Con Trento abbiamo avuto un momento molto complicato nel terzo set. È una squadra che ha saputo scrollarsi di dosso prestazioni e momenti negativi ed è andata avanti. E questo non è poco per una squadra dove ci sono molti giovani. In questi frangenti aiutano molto i giocatori d'esperienza che abbiamo."

Cosa migliorare - "Stasera nel muro di palla scontata siamo stati molto, molto imprecisi. Siamo in grado di fare meglio. Contro una squadra come Trento che ha attaccanti molto forti, soprattutto Michieletto, questo viene messo maggiormente in evidenza."



La panchina lunga - 
"Stavolta però la partita è cambiata quando ho inserito Dirlic e Loeppky nel terzo set. Loeppky era stato fermo e non aveva ritmo. Dirlic ha avuto poco spazio perché Lagumdzija quest'anno è stato sempre continuo su alti livelli. Ma abbiamo una squadra omogenea, un roster completo ed è stato determinante avere una panchina lunga con giocatori di alto livello. È un altro elemento che ci aiuta molto."

Opposti e doppio cambio - "Soprattutto all'inizio ho usato molto il doppio cambio. Ora purtroppo Orduna non sta bene, ieri era in panchina come secondo libero."



Il ritorno alla Lube - 
"Ho ritrovato un ambiente simile a quello che ricordavo. Credo che il campionato italiano sia ancora quello di più alto livello nel mondo e la Lube uno dei migliori club in circolazione. Altrove però corrono, si evolvono, la differenza sta diminuendo. In Polonia da tutti i punti di vista il campionato cresce, sono stati bravi a copiarci alcune cose e dovremmo anche dare un'occhiata in quel campionato, perché in certi aspetti sono più bravi di noi. Ho trovato un club di altissimo livello e un campionato molto competitivo e assai equilibrato. Grottazzolina non ha ancora vinto una partita ma con loro è stata una partita tosta. Per quanto mi riguarda, intanto ho fatto un po' di esperienze, per fortuna positive. Allo Ziraat, in Turchia, ho vissuto un ambiente diverso, con difficoltà diverse rispetto a quelle che si provano in Italia. Ma è stata un'esperienza molto, molto positiva: vincere il campionato con un club che ci provava da 45 anni. In Polonia, il Resovia non entrava fra le prime quattro da 7-8 anni e ci siamo riusciti. Con l'esperienza cresci, migliori: faccio cose diverse rispetto a sette anni fa. E poi prendi consapevolezza delle tue forze e coscienza delle cose su cui devi ancora migliorare. Mi ritengo un allenatore migliore rispetto a quando ho lasciato l'Italia ma che può fare meglio in certe situazioni e cerco di continuare a crescere."

L'esperienza da assistente - "Ho bellissimi ricordi. Ricordo che, soprattutto all'inizio, ero una spugna che prendeva tutto dal capo-allenatore, perché avevo voglia di conoscere e fare esperienza, ma soprattutto dai giocatori. Ne avevo di altissimo livello in palestra. In una seconda fase, mettevo invece a disposizione del capo-allenatore la mia già formata conoscenza, come con Blengini in Nazionale. Sono stati anni veramente importantissimi per me. Ho preso tantissimo da allenatori di grande esperienza e soprattutto dai giocatori. Sono stati anni importantissimi."

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