FIRENZE - Marco Gaspari blinda il secondo posto della sua Savino del Bene Scandicci dopo il 3-2 sul Milano, nella supersfida tra Antropova e Egonu.
Coach, questa era una partita importante per il piazzamento in campionato, tra due squadre forti. Quali sensazioni si porta dietro da questo successo? "A livello personale, vincere mi fa piacere, ma ciò che mi porto dietro è la consapevolezza che abbiamo un assetto complicato. La squadra, però, ha dimostrato di essere coesa e continua. Penso che si stia sottovalutando ciò che questa squadra sta facendo in termini di continuità ed efficacia. Nonostante la fisicità di Milano, con giocatrici che ci hanno surclassato in attacco, la squadra ha saputo reagire. Siamo stati pazienti, aspettando i loro errori, e abbiamo colto le opportunità, soprattutto nel tie-break. Questo è stato decisivo."
Come valuta la reazione del gruppo nei momenti difficili? "Sono molto orgoglioso del gruppo. Ania è stata brava quando è entrata, Kara ha dato un grande contributo e anche Gennari, che ha servito un’ottima battuta sul 14-11 senza aver mai giocato prima, ha fatto la differenza. Brava anche Graziani a subentrare. Non abbiamo un assetto stabile, ma lavoriamo ogni giorno per migliorare. Questa vittoria non deve farci diventare presuntuosi, perché dobbiamo restare una squadra operaia".
Come giudica la gestione di alcuni cambi durante il match? "Abbiamo faticato in posto quattro, non lo dico io, lo dicono i numeri. Non si può giocare solo con l’opposto. Nonostante ciò, chi è entrato ha dato il suo contributo. Ad esempio, Carlotta ha accettato il cambio obbligato e ha aiutato nella ricostruzione di un contrattacco decisivo nel quinto set. Questo è l’unico modo per andare avanti e dare continuità: collaborare e restare professionali, ed è ciò che apprezzo di questo gruppo."
Maja Ognjenivic sembra essere un’estensione del suo lavoro in campo. Quanto è importante per il team? "Non amo parlare dei singoli, ma Maja è speciale. Ha un’umiltà rara per un’atleta della sua esperienza. Si applica quotidianamente, anche in un periodo in cui ha poco riposo, e si mette sempre a disposizione della squadra. Sa essere leader con calma e intelligenza. Accanto a lei, giovani come Kate, che ha solo 21 anni, stanno crescendo moltissimo, caricandosi di responsabilità con maturità. Questo spirito è fondamentale per il nostro cammino."
Quanto conta la prossima partita di Champions? "Conta quanto ogni altra gara. Non possiamo pensare troppo in avanti, giochiamo ogni tre giorni e dobbiamo affrontare una partita alla volta. Mercoledì ci concentreremo su Stuttgart, ma prima si torna in palestra a lavorare. Questa è la mentalità giusta, ed è ciò che ci permette di affrontare il campionato e le coppe con il giusto equilibrio."
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