SAPPORO (Giappone) - Federico Fagiani, allenatore romano di 33 anni, è il secondo allenatore dell'Hokkaido Yellow Stars Club, squadra che milita nella V.League 2 giapponese.
Dopo un'esperienza come terzo allenatore alla Rana Verona nella Superlega, Fagiani ha deciso di tornare in Giappone, dove aveva già lavorato con i JTEKT Stings. In questa intervista, ci racconta la sua nuova avventura a Sapporo, condividendo impressioni sulla città, sul campionato giapponese e sulle differenze culturali rispetto all'Italia.
Tra sfide professionali, differenze culturali e un forte legame con l’Italia, emerge il ritratto di un tecnico giovane e determinato, pronto ad affrontare nuove avventure.
Come sta vivendo la sua esperienza a Sapporo?
"Qui tutto bene, abbiamo appena finito l'allenamento. Fa freddo, c’è neve e pioggia, ma la città è bellissima. Sto vivendo una bella esperienza con una squadra giovane."
Qual è il suo ruolo nella squadra? "Sono il vice allenatore. Il primo è un tecnico giapponese."
In che campionato milita il suo club? "Giochiamo nella V-League 2. L'anno scorso abbiamo vinto il campionato, ma non siamo stati promossi perché non avevamo la licenza. Quest'anno siamo primi in classifica e, con la licenza ottenuta, dovremmo salire. Funziona in modo diverso rispetto all’Italia: qui servono requisiti specifici, non solo sportivi, anche per accedere alla promozione."
Come mai ha deciso di tornare in Giappone dopo l’esperienza in Italia?
"Ho sempre amato fare esperienze all’estero. Mi piace affrontare nuove sfide, imparare lingue e conoscere altri stili di pallavolo. Dopo l’esperienza a Verona, dove ero terzo allenatore, ho sentito il bisogno di un ruolo più attivo. Questa opportunità in Giappone è arrivata al momento giusto."
Com’è la sua vita quotidiana a Sapporo? "Abito in un appartamento vicino al centro, a due fermate di metro. È una città grande e ben organizzata, mi trovo bene. Lavoro in ufficio al mattino, dove studio le partite e preparo gli allenamenti, e poi ci alleniamo dalle sei di sera fino alle dieci."
Come descriverebbe il tifo giapponese? "Il tifo è incentrato sui giocatori, non sulle squadre. I fan seguono il loro idolo ovunque, anche a chilometri di distanza. È un approccio molto diverso rispetto all’Italia."
Che opinione ha sull’apertura ai giocatori stranieri extra-asiatici? "Ha portato più visibilità al campionato, con sponsor importanti come la Mitsubishi Bank. Tuttavia, per diventare una delle superleghe mondiali, dovrebbero migliorare la formula e ridurre il numero di partite. Altrimenti, sarà difficile attirare grandi giocatori."
Le manca l’Italia? "L'Italia mi manca sempre, soprattutto per il cibo e le persone. In Giappone, però, la vita è ben organizzata e si vive bene. È una scelta di equilibrio."
Che tipo di contratto ha attualmente? "Ho un contratto di uno più uno. Vedremo a fine stagione, ma in Giappone si vive bene e, se ci sono le condizioni, potrei restare."
Quando termina la stagione? "La regular season finisce a marzo, poi ci saranno i playoff ad aprile."
Conclude Fagiani: "Sto vivendo un’esperienza unica qui a Sapporo. Non so cosa riserverà il futuro, ma per ora mi godo questo viaggio."
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