PERUGIA - Il giorno dopo l'annuncio ufficiale del suo rinnovo fino al 2027 Angelo Lorenzetti è protagonista della conferenza stampa della Sir Susa Vim Perugia che si appresta a sfidare la Rana Verona di coach Stoytchev.
Pariamo dal rinnovo fino al 2027, cosa significa per lei? "Mi sento profondamente grato alla società per questa opportunità. Non è una cosa scontata, soprattutto nei tempi e nelle modalità con cui è arrivata. Il rinnovo rappresenta anche un impegno: ogni giorno devo guadagnarmi la fiducia della società e dei giocatori. Non vedo il futuro come una sicurezza, ma come una sfida quotidiana per migliorare. Questo approccio mi motiva e mi spinge a dare il massimo".
Con il rinnovo fino al 2027, si può immaginare una panchina in nazionale per il 2028? "Il futuro di un allenatore è sempre legato ai risultati, sia in un club che in una nazionale. Non ha senso farsi film su situazioni così lontane, specialmente in un ambiente competitivo come quello attuale. Il rinnovo di due anni è già un bel periodo di tempo per concentrarmi completamente su Perugia. È chiaro che le panchine nazionali hanno un fascino particolare, ma al momento tutta la mia attenzione è rivolta al presente e agli obiettivi con questa squadra".
"Detto questo, mi auguro che le squadre italiane e i nostri giocatori siano protagonisti nei prossimi appuntamenti internazionali, Mondiali compresi. Non posso fare a meno di sperare che molti di loro arrivino alle fasi finali, perché rappresentano il meglio del nostro movimento e meritano di brillare su quei palcoscenici".
Torniamo al campionato, riparte il girone di ritorno e c'è Verona. Che partita si aspetta? "Sarà una partita completamente diversa rispetto all’andata, dove vincemmo 3-0. Verona è cresciuta molto, così come noi. Loro hanno recuperato giocatori decisivi che all’inizio della stagione erano fuori. Sarà un match tra due squadre profondamente cambiate. Noi sbagliamo più di loro, soprattutto in certi fondamentali, ma sappiamo di avere le nostre qualità. Sarà importante mantenere alta la concentrazione in un palazzetto come quello di Verona, che può diventare molto difficile da affrontare per via dell’energia che trasmette ai giocatori avversari. Questo tipo di ambiente sarà utile anche per prepararci ai playoff, perché in quei palazzetti ci dovremo tornare".
Verona sembra aver trovato la quadratura del cerchio. Su cosa dovrà concentrarsi Perugia? "Innanzitutto sulla loro battuta, che è migliorata molto rispetto allo scorso anno. Mantengono una percentuale di errore molto bassa, il che significa che ogni nostro cambio palla dovrà essere conquistato. Poi c’è la loro fisicità, che si fa sentire sia nel cambio palla che nel break point. Dovremo essere molto attenti nel trovare soluzioni in attacco contro il loro muro, che può coprire fino a sei metri e mezzo di rete.
Il coach di Verona, Radostin Stoytchev, ha definito la partita contro Perugia come la più facile da presentare, lodando la forza e l’equilibrio della vostra squadra. Come risponde? "Sono d’accordo con lui, giocare contro la prima in classifica dal punto di vista agonistico può essere motivante e quindi “facile” da preparare. Per quanto riguarda la forza della società, preferisco parlare di bravura: Perugia ha dimostrato di essere tra le migliori negli ultimi anni. Quanto all’equilibrio, stiamo lavorando molto per migliorare nei fondamentali in cui sbagliamo di più. In attacco e cambio palla abbiamo fatto grandi progressi, ma c’è ancora strada da fare per raggiungere un livello massimo".
La battuta è uno dei fondamentali più complessi. È più una questione tecnica o mentale? "Sicuramente entrambi gli aspetti sono importanti. Tecnica ed esperienza giocano un ruolo decisivo: giocatori come Kaziyski e Simon continuano a fare la differenza in questo fondamentale. Ma non possiamo ignorare la componente emotiva: sei solo, e ogni errore pesa molto. Per questo cerchiamo di replicare in allenamento le pressioni della partita. Alcuni giocatori sono migliorati tecnicamente, ma ora dobbiamo portare questa crescita nei momenti che contano".
A Natale è tempo di bilanci. Come valuta la crescita della squadra fino a questo punto della stagione? "Abbiamo iniziato con buoni numeri in fase break e un cambio palla nella norma, che però è migliorato sensibilmente. Abbiamo ancora margini di miglioramento, specialmente in attacco e battuta, ma ci stiamo lavorando. Quest’anno stiamo cercando di battere più forte per alzare il livello, pensando non solo al campionato ma anche alla Champions League, dove incontreremo squadre polacche che eccellono in questo fondamentale. A volte sbagliamo di più, ma è un rischio calcolato: ridurre la battuta ora potrebbe convenire a breve termine, ma non ci aiuterebbe a competere contro quelle squadre più avanti nella stagione".
Come gestisce gli allenamenti tra sestetto titolare e squadra mista?
"Cerchiamo di ruotare i giocatori il più possibile, soprattutto nei ruoli degli schiacciatori e centrali, mentre gli opposti ruotano un po’ meno per non destabilizzare troppo gli alzatori. Rispetto allo scorso anno, sto facendo meno cambi in partita. Ho capito che è importante che ogni giocatore conosca bene il proprio ruolo e le proprie responsabilità. Il titolare deve dimostrare di meritarsi il posto ogni giorno, e chi sta in panchina deve essere pronto a subentrare senza abbassare il livello. Questo approccio ci ha dato stabilità".
A proposito di stabilità, come sta la squadra dal punto di vista fisico?
"Nel complesso stiamo bene. Abbiamo alcune situazioni da monitorare quotidianamente, ma niente di preoccupante al momento, a parte i problemi fisici di Russo, che non si sta ancora allenando con la squadra. Il nostro staff medico sta lavorando con grande professionalità per gestire al meglio queste situazioni. In generale, sono molto contento del lavoro che stiamo facendo in palestra e della relazione di fiducia tra i giocatori e lo staff".
Qual è il regalo che si aspetta dalla squadra per il resto della stagione?
"Il regalo più grande sarebbe raggiungere le finali. Giocare una finale significa che hai fatto un percorso importante e che hai lavorato bene. Certo, vincerla sarebbe la ciliegina sulla torta, ma per me la vera soddisfazione è mantenere il clima di intensità e lavoro che stiamo costruendo in palestra. Questo è ciò che mi dà più soddisfazione".
Cosa le piace di più di questa squadra? "Il clima che abbiamo in allenamento. I ragazzi sono concentrati e lavorano duramente per migliorare. Quando l’allenamento finisce, mi dispiace, perché vorrei continuare. Questo è ciò che mi dà la soddisfazione più grande".
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