Mondo | 04 gennaio 2025, 16:34

Giappone: A 116 anni si è spenta Tomiko Itooka la persona più anziana del mondo

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Nata ad Osaka nel 1908, era un’ex giocatrice di pallavolo

Tomiko Itooka

Tomiko Itooka

OSAKA (Giappone) - La giapponese Tomiko Itooka, conosciuta come la persona più anziana del mondo, è morta a 116 anni. La notizia è stata annunciata dall’amministrazione di Ashiya, la città dove risiedeva. Itooka è deceduta il 29 dicembre in una casa di cura, dove viveva dal 2019.

Nata il 23 maggio 1908 a Osaka, Itooka ha vissuto un secolo ricco di eventi straordinari. La sua giovinezza fu segnata da un grande amore per lo sport: durante gli anni del liceo, giocò a pallavolo, un’attività che all’epoca iniziava a diffondersi tra le donne in Giappone. La sua passione per il gioco di squadra, in un periodo in cui le opportunità sportive femminili erano limitate, rifletteva il carattere determinato e moderno che avrebbe mantenuto per tutta la vita.

Successivamente, Itooka divenne un simbolo di resilienza, attraversando guerre mondiali, pandemie e trasformazioni tecnologiche. Madre di quattro figli e nonna di cinque nipoti, era nota anche per i suoi gusti semplici: amava le banane e il Calpis, una bevanda analcolica al latte molto popolare in Giappone.

Divenuta la persona più anziana del mondo dopo la morte della spagnola Maria Branyas Morera nell’agosto 2024, all’età di 117 anni, Itooka rappresentava una fonte di ispirazione. "La signora Itooka ci ha dato coraggio e speranza durante la sua lunga vita. La ringraziamo per questo", ha dichiarato il sindaco di Ashiya, Ryosuke Takashima, 27 anni.

La sua storia si intreccia con quella di un Giappone che affronta una crisi demografica senza precedenti. Con una popolazione sempre più anziana, il Paese contava a settembre 2024 oltre 95 mila ultracentenari, l’88% dei quali donne. Quasi un terzo dei suoi 124 milioni di abitanti ha più di 65 anni, portando a sfide crescenti nei costi sanitari e assistenziali.

Tomiko Itooka lascia un’eredità di forza e passione, non solo per la sua straordinaria longevità ma anche per aver incarnato, fin da giovane, i valori di determinazione e spirito di squadra.

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