La presidente di Vero Volley Monza, Alessandra Marzari, nella giornata odierna ha firmato e pubblicato un post social sul canale Facebook del club in cui smentisce in maniera netta la possibilità che la sua società e la Powervolley Milano possano ragionare, né ora né mai, su un progetto di fusione: "Non succederà mai".
Fin qui, quindi, prendo atto della sua dichiarazione legittima, che sono certo porterà beneficio alla sua stessa società, facendo chiarezza soprattutto a livello societario e all'interno della squadra.
Non sono infatti di questa testata i giocatori che, dopo aver raccolto quelle indiscrezioni, hanno chiesto delucidazioni anche ai propri agenti, pensando a cosa potrebbe accadere del loro futuro contrattuale.
Tralascio il tema del "maschilismo" che la presidente Marzari mi rinfaccia, perché nel trattare la notizia ho citato il marito, Aldo Fumagalli, che "non c’entra niente con Volley Milano, ma è azionista della squadra femminile", anche se presenzia ai CDA di Lega Maschile.
Quello che faccio fatica ad accettare sono le parole che seguono il "mai" del comunicato, ovvero il suo "ravvisare una precisa volontà in malafede di nuocere in questo momento particolarmente impegnativo per la mia squadra".
"Precisa volontà" e "malafede" stridono con la dedizione e la professionalità che da 25 anni metto quotidianamente in questo portale e da 40 anni nel giornalismo, dedicati interamente alla pallavolo.
La logica, poi, di un disegno anti-brianzolo non si spiega, visto che dei due club del Consorzio Vero Volley, su questa testata parlo e parliamo regolarmente senza averne nulla da ricavare, né in un senso né nell’altro, come di tutti gli altri.
L'accusa di malafede, però, no! È offensiva e anche una visione miope del mondo dell’informazione.
Capisco il nervosismo dovuto all'ultimo posto in classifica. Capisco, inoltre, che questa visione della malafede sia in realtà una distorsione del pensiero ipocrita di quei club che vorrebbero che, durante un campionato, non si debba mai parlare di mercato (quando il mercato lo fanno e i contratti li firmano), di problemi (anche quando ci sono, come il giocatore d’esperienza che manda a quel paese un allenatore) o di altri casi simili, solo perché si "disturbano i protagonisti".
Sarebbe come se una società avesse una propria testata giornalistica e, nel mezzo del campionato, vi si scrivesse del volley mercato delle avversarie a campionato in corso.
Per fortuna, i protagonisti, atleti e allenatori, sono i primi professionisti sul campo, i primi a dare il massimo sempre, o comunque a non farsi influenzare dai rumors e dai contratti firmati in anticipo, tanto da giocare alla pari con conclamate corazzate dello scudetto, pur sapendo che l’anno successivo non avrebbero più vestito quella maglia.
E su loro, almeno su loro, si può sempre contare.
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