VERONA - Archiviata la Final Four di Coppa Italia con il tie break finale e tanta consapevolezza in più, Rana Verona torna in campo in SuperLega. Domenica alle 16.00, all’AGSM Forum, arriva l’Itas Trentino per il derby dell’Adige, un match che si preannuncia ad alta intensità. Alla vigilia della sfida, coach Radostin Stoytchev ha analizzato gli aspetti chiave dell’incontro.
"Ci aspetta una gara contro una delle squadre più forti in Italia, che adesso ha anche la possibilità di puntare al primo posto", ha dichiarato il tecnico scaligero. "Trento ha i migliori giocatori italiani, leader della Nazionale, come Sbertoli, Michieletto, Lavia, Laurenzano. Questo gli permette di avere una formazione ben equilibrata e bilanciata in tutti i ruoli. Michieletto fa la differenza in attacco, dove ha un'efficienza del 45%, ma ricevono anche molto bene. Inoltre, hanno giocatori con colpi individuali che possono decidere la partita, come la battuta dello stesso Michieletto. Sarà una partita complicata e come al solito dobbiamo mettercela tutta in campo".
Guardando indietro alla finale di Coppa Italia, Stoytchev ha sottolineato come Verona abbia dimostrato di poter competere con le migliori: "Questa Coppa ci ha confermato che la società vuole lottare per i primi posti e che la strada intrapresa è quella giusta. I giocatori hanno mostrato volontà, coraggio ed emozione, lottando su ogni singolo punto, e questo fa loro onore. Anche loro hanno avuto la conferma che lavorando e giocando in un certo modo si può competere con le squadre più forti".
Cosa cambierebbe della finale? "La rotazione iniziale del quinto set. Come incastro andava bene, ma abbiamo perso il sorteggio e la prima battuta era nostra. Avrei preferito partire più sicuro in battuta. È stata una scelta che abbiamo preso e che in quel momento ci sembrava giusta", ha spiegato il coach bulgaro.
"Jensen? Abaev lo usava molto bene e ci aspettavamo che facesse punti con muro a uno. Il primo set era nostro sul 21-18, poi ci siamo incastrati sulla battuta di Gargiulo, che ha cambiato l’andamento del match".
Verona ha dimostrato carattere rimontando due set nella finale, ma Stoytchev ha evidenziato la difficoltà di una squadra giovane nel gestire la stanchezza: "Dopo una gara di cinque set il giorno prima, la prestazione di tutti in termini di salto e velocità è scesa. Un giocatore di grande esperienza, consapevole che magari salta meno in attacco, fa movimenti o azioni che compensano. Per noi non era così".
Infine, un pensiero per i tifosi che hanno sostenuto Verona fino all’ultimo scambio: "Il pubblico si meritava qualcosa in più, tutti lo speravamo, ma Civitanova ha vinto meritatamente. L’entusiasmo delle persone e dei partner lo capisco e mi fa molto piacere, perché è una riconoscenza nei confronti di quello che sta facendo la squadra. Il nostro lavoro come staff è valutare bene dove siamo ora: non siamo ancora arrivati al livello di maturità e di meccanismi che ci siamo posti di raggiungere. La crescita di una squadra dipende da tanti fattori: i principi della società, la materia prima ovvero i giocatori, la loro capacità di essere allenabili. Tutti danno un contributo, ma è un processo che richiede tempo. Noi abbiamo scelto la strada della crescita, e questa Coppa ci ha confermato che stiamo andando nella direzione giusta, ma la strada è ancora lunga".
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