CUNEO - A Febbraio avevamo scritto che il nuovo allenatore di Cuneo per la prossima stagione sarebbe stato Francoise Salvagni. Notizia che oggi è stata confermata dal club e, in precedenza, mai smentita nella sostanza.
I "bene informati" ci avevano infatti confermato che Pintus era dato in uscita (va al Minas) e che fosse a conoscenza del suo futuro lontano dalle "Gatte" della Granda Volley, mentre la società aveva definito l'accordo di massima con il tecnico bolognese che a Cuneo aveva già avuto una esperienza nel recente passato.
Unica discriminante per la firma di Salvagni la permanenza di Cuneo nel massimo campionato. Discriminante non da poco considerando che il club era ancora in corsa per non retrocedere...
Naturalmente Pintus e le sue ragazze, serie professioniste che vivono anno dopo anno la pallavolo conoscendone le sue regole, hanno portato a casa il compito con la dovuta serietà, centrando la salvezza, nonostante le notizie pubblicate da questa testata. Per nulla "infastiditi".
Dispiace però che in quei giorni il direttore sportivo del club piemontese, un passato anche nel club maschile, avesse puntato il dito sul nostro lavoro, accusandoci di aver voluto "mettere il bastone tra le ruote" al club (a che pro?) che stava preparandosi a vivere il rush finale del campionato con un calendario ricco di incontri decisivi.
Quando un dirigente sportivo prende pubblicamente posizione, deve essere consapevole che le sue parole generano effetti, anche indesiderati. Specialmente quando si tratta di critiche rivolte a un soggetto ben preciso, contribuendo — indirettamente ma inevitabilmente — a legittimare tifosi e "leoni da tastiera" a trasformare quelle parole in attacchi personali.
In questo contesto, un po’ più di coerenza non guasterebbe. Perché non si può operare sul mercato già da dicembre e, allo stesso tempo, auspicare che chi racconta lo sport — con correttezza e professionalità — taccia sulle manovre in corso. La libertà di informare è parte integrante del gioco, e chi non lo accetta forse dovrebbe riconsiderare il proprio ruolo nel sistema.
Per il futuro, allora, due strade si presentano a dirigenti che si sentono “turbati” da notizie di mercato:
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Smettere di fare mercato durante la stagione, così da non creare i presupposti per eventuali indiscrezioni.
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Cambiare mestiere, se davvero non si riesce a gestire le anticipazioni giornalistiche, che — va sottolineato — anche in questo caso si sono rivelate puntuali e corrette.
Perché, è bene ribadirlo, né atlete né tecnici sembrano aver vissuto alcun “problema ambientale” causato dalle notizie.