MILANO - Paola Egonu, dopo una stagione da record con il VakifBank, ha chiuso il suo 2023 alla grande con la maglia dell'Allianz Vero Volley Milano, ottenendo con merito il premio di MVP del mese di dicembre della Serie A1 Tigotà. Per lei 105 punti con il 48,5% in attacco, con 16 muri, 6 ace e 2 premi MVP contro Vallefoglia e Busto Arsizio.
Agli ordini di coach Marco Gaspari, l'opposta azzurra ha scalato anche le classifiche generali del campionato: è la top scorer con 379 punti, settima tra le migliori blocker con 40 muri vincenti e terza tra le top server con 27 ace. Dopo aver ricevuto la card premio nel match contro Bergamo, Egonu ha risposto a qualche domanda sul suo passato e il suo presente.
Cosa ti porti dietro dall'esperienza in Turchia, la prima all'estero?
"Quando decisi di firmare per il Vakif lo feci perché volevo uscire dalla mia comfort zone. A Conegliano stavo benissimo, negli ultimi anni avevamo vinto tutto ed avevo trovato davvero una seconda famiglia ma per crescere ancora sia come persona che come atleta mi ero resa conto che dovevo mettermi ancora di più in gioco e fare qualcosa di più rischioso e scomodo. Avevo sempre desiderato essere allenata da Giovanni (Guidetti) e gli avevo promesso che un giorno ci saremmo trovati dalla stessa parte della rete e così è stato. Per una abitudinaria come me è stato davvero difficile stravolgere tutta la mia routine ed imparare nuove abitudini, abbracciare nuove tradizioni e scoprire nuove culture sportive, ma adesso guardandomi indietro non posso che essere grata del percorso fatto. Dall’esperienza mi porto indietro tante amicizie, sorrisi, ricordi bellissimi con trionfi importanti ma anche momenti di difficoltà e la maturità con cui li abbiamo risolti insieme, guardandoci in faccia e risollevandoci da vera squadra chiudendo la stagione con la conquista della Champions League a Torino".
Che differenze hai trovato passando da coach Guidetti a coach Gaspari?
"Giovanni e Marco sono due allenatori diversi e come è giusto che sia ognuno ha la sua filosofia di pensiero. Io non ho le competenze tecniche per giudicarli, il mio compito quando sono in campo è solo quello di provare a soddisfare le loro richieste. Sono contenta di aver lavorato con Giò, così come sono contenta ora a lavorare con Marco perché credo che ognuno ha sempre qualcosa di diverso da insegnarmi".
Prima per punti nel campionato e nei primi dieci posti anche per muri e ace. Questa di Milano è una delle tue migliori versioni?
"Non mi piace molto parlare di me in prima persona perché la pallavolo è uno sport di squadra. Sembra scontato ma spesso in una partita si mette sempre in evidenza chi mette a terra il punto finale e non a chi ha fatto il lavoro sporco, magari a chi si è sacrificato prima in seconda linea o chi ti ha smarcato a muro. Le statistiche individuali per me sono solo numeri, la cosa che conta è se il mio contributo come quello delle mie compagne serve a farci vincere. Come squadra sappiamo che possiamo ancora crescere e faremo di tutto per dimostrarlo sul campo".
Hai giocato e giochi tuttora con diverse stelle della pallavolo mondiale. Se dovessi sceglierne una, qual è la compagna più forte con cui hai giocato nella tua carriera?
"È sempre difficile rispondere a queste domande perché sceglierne una significa escludere tutte le altre ed è un peccato perché nella mia carriera mi reputo molto fortunata ad aver incontrato tante donne, amiche e grandi professioniste che nelle diverse fasi della mia crescita mi hanno aiutato a migliorare come persona ed atleta".
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