MODENA - Ci sono un italiano, un polacco e un croato... Non è un incipit da barzelletta, ma una cosa seria, peraltro indice di salute del movimento in generale.
Si tratta infatti della corsa a tre alla presidenza della CEV, la Confederazione Europea che regola la vita di oltre 50 nazioni aderenti, del dopo Aleksandar Boricic. attuale presidente, serbo, che passerà nelle stanze di Volleyball World.
Una corsa che vede impegnato in prima persona l'italiano Renato Arena, già una lunga esperienza nella stessa confederazione continentale, di cui è Vice Presidente, anni e anni in Fipav come consigliere nazionale e responsabile eventi.
In caso di elezione sarebbe il secondo italiano alla presidenza Cev dopo il primo presidente della storia, Giancarlo Giannozzi dal 1973 al 1978.
Arena, iniziamo a parlare di calendari. Quelli della FIVB, non vostra diretta competenza, sono sempre tiratissimi. Un esempio, il giorno della finale femminile di VNL si giocava in contemporanea l'ultima giornata della prima fase del torneo maschile che sanciva le ultime qualificate alle Olimpiadi. Si festeggiava da due parti in contemporanea, uno schiaffo alla comunicazione. Se si anticipava una finale al sabato, sarebbe stato tutto più semplice.
"La maggior parte delle federazioni sono contente di questo calendario, perché finalmente è chiaro quello che si deve fare. Tuttavia, per rispettare gli spazi con le Olimpiadi si deve chiudere per lasciare il margine di un mese prima in cui non ci deve essere nessuna attività. Anche un giorno può quindi fare la differenza. Sul calendario non ho commenti negativi".
Lei sei candidato alla presidenza CEV. Quale sarà il futuro della Confederazione europea e il suo? "Il futuro della CEV - sottolinea Arena, dirigente supportato anche dalla Fipav - deve guardare avanti senza dimenticare il passato. Negli ultimi otto anni ci sono state molte innovazioni, soprattutto per migliorare la visibilità della pallavolo a livello internazionale. È stato un lavoro importante per reinvestire i fondi nello sport. Dal post Covid ad oggi, la CEV ha investito 42 milioni di euro in montepremi e aiuti a piccoli stati, progetti scolastici, palloni e supporto alle trasferte. Abbiamo facilitato l'organizzazione degli eventi, dividendo i costi e creando relazioni positive con vari paesi".
Come fare per far crescere il livello tecnico della pallavolo in altre nazioni?
"Dobbiamo far crescere più nazioni a livello tecnico. Attualmente, l'Italia è la nazione trainante con l'80% degli allenatori in circolazione. L'obiettivo è esportare il modello italiano per far crescere altre nazioni. Abbiamo 56 stati nella confederazione, ma 25 sono piccoli stati. Dobbiamo portare questi stati a crescere di categoria. Dobbiamo lavorare sui mercati ricchi per sviluppare il nostro sport, come Germania e Francia, che investono molto in altre discipline".
Qual è il suo piano per i piccoli stati?
"Dobbiamo aiutarli a crescere, anche quelli intermedi. Ci sono nazioni come Inghilterra e Norvegia che sono ricche, ma con pallavolo quasi a zero. Dobbiamo investire in questi mercati ricchi. Abbiamo bisogno di paesi ricchi per sviluppare lo sport. La Germania, per esempio, investe molto nel calcio e nel basket. Dobbiamo catturare l'attenzione di questi paesi per far crescere il nostro sport".
La struttura della CEV cambierà? "L'idea è di professionalizzare ancora di più la struttura, ampliando alcuni settori e motivandoli. La comunicazione è un settore che necessita miglioramenti. Deve essere professionale e finalizzata agli obiettivi. La comunicazione oggi è fondamentale per raggiungere il pubblico. Oggi è fluida e veloce, ma dobbiamo analizzare cosa produce il fan, dalla partita alla maglietta. Dobbiamo catturare l'attenzione di una base più ampia di fan. Mi piacerebbe organizzare una tavola rotonda con professionisti per migliorare il nostro brand".
Quale sarà il ruolo delle Federazioni nella CEV? "Le federazioni sono fondamentali per la CEV. Dobbiamo lavorare come un team e comunicare costantemente con loro. Il processo di crescita può avvenire solo se lavoriamo tutti assieme. Dobbiamo considerare le federazioni grandi, medie e piccole".
Quali differenze ci sono tra lei e i suoi predecessori? "Darò continuità alla visione moderna dello sport. La federazione di Meyer era più improntata sulle regole, mentre Boricic ha dato più importanza agli atleti e ai tecnici. La CEV deve essere al servizio degli atleti e delle federazioni".
Ci sono tre candidati alla presidenza. È un ruolo molto appetito? "Sì, penso di sì. È un ruolo importante e richiede un supporto ampio da parte delle federazioni. Un candidato presidente deve avere il supporto di più stati, non solo della sua federazione".
Cosa pensa del ritorno della Champions League alle Final Four, dopo l'esperienza delle Suiperfonals?
"La scelta di tornare alle Final Four è dettata dal calendario internazionale. La Super Finals è stata un'ottima idea, ma ora dobbiamo adattarci. Stiamo dialogando con le federazioni per esportare eventi fuori dall'Europa. Il femminile è cresciuto molto negli ultimi anni e ha un grande appeal".
I PRESIDENTI CEV
2015-2024 Aleksandar Boricic (SRB)
2001-2015 André Meyer (LUX)
1995-2001 Rolf Andresen (GER)
1993-1995 Michalis Mastrandreas (GRE)
1987-1993 Piet de Bruin (NED)
1983-1987 Dusan Prielozny (TCH)
1979-1983 Georges Boudry (FRA)
1978-1979 Vahit Colakoglu (TUR) – interim
1973-1978 Giancarlo Giannozzi (ITA)
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