MODENA - Simone Anzani, atto terzo. Il centrale lariano, dopo aver vestito le maglie di alcuni dei migliori club italiani, riparte da Modena dopo il periodo forse più duro della sua intera vita sportiva: il doppio stop imposto all'attività agonistica per questioni mediche che gli ha fatto perdere le ultime Olimpiadi.
"La botta è stata grossa, ho lavorato quattro anni per questa Olimpiade, era il mio 'last dance', il mio ultimo saluto alla maglia azzurra. Dopo tanti anni, con la nascita della seconda bambina, era arrivato il momento di cambiare la mia estate, ma quel fulmine a ciel sereno mi ha spezzato le gambe in due".
Uno stop che non l'ha tenuto lontano dalla squadra, anche se si è potuto approcciare in una versione "smart working".
"Ho dovuto accettarlo, ora sto bene, ho sostenuto i miei compagni, i miei amici da lontano, ero in costante rapporto tra chiamate, messaggi e videochiamate. Ci sentivamo spesso, ci confrontavamo, mi sono sentito anche un po' partecipe, anche se la partecipazione sarebbe stata diversa. Però ho dovuto accettarlo".
La sua figura, non solo di atleta, è mancata. Pensa che poteva essere utile se fosse stato nella città delle luci, al fianco dei ragazzi?
"Oltre all'aspetto tecnico, il mio ruolo era anche gestionale: nello spogliatoio, nel rapporto con lo staff, ero il più vecchio del gruppo. Facevo un po' da collante. Il mio rammarico più grande è stato non chiedere di andare con loro come esterno".
I Giochi sono alle spalle, forse non l'idea dell'azzurro. Mai pensato di rimettere la maglia almeno una volta per una sorta di gara di addio?
"Dopo che è finita così, devo ancora rifletterci bene. Sarebbe bello concludere questa avventura azzurra con una partita di saluto, ma con quello che è successo non lo so. Devo fare le mie valutazioni familiari, vedremo".
Si volta pagina. Domenica scorsa, due set da titolare nella sfida contro Piacenza.
"Sono contento di essere tornato in campo, è la mia quindicesima stagione e l'emozione, soprattutto dopo le vicissitudini estive, è sempre grande. Tornare con questa maglia è sempre bello. Il mio apporto alla squadra spero di darlo sempre, metterò tutto me stesso per farlo, perché sono qui per questo".
Un esordio in campionato che ha dato indicazioni positive ma ha lasciato anche un po' di amarezza per il risultato finale. Da dove siete ripartiti in questa settimana di lavoro?
"Ci sono stati dei feedback positivi, ma dobbiamo prendere coscienza di quello che vogliamo fare. La partita di domenica è stata, se vogliamo, positiva, ma la vedo come una mancata vittoria. Abbiamo avuto le possibilità, le chance di portarci a casa i 3 punti, ma non ci siamo riusciti. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, abbiamo fatto dei passi in avanti, ma per stare ad alto livello non basta. Dobbiamo migliorare soprattutto dopo quota 20, perché sono i punti che contano, e dopo il 20 c'è la differenza tra chi vince e chi perde".
Per restare al campionato, domenica c'è la sfida alla neo promossa Grottazzolina: "Partite facili ci sono solo a briscola. Nel campionato italiano non puoi affrontare una partita pensando che sarà facile o difficile. Bisogna prima guardare quello che facciamo noi, poi quello che faranno gli altri".
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