MODENA - Panchine roventi in Serie A1 femminile Tigotà? In casa Savino del Bene Scandicci, dopo la bufera dell'esonero di Antigà (con 2 vittorie su due gare, ma la società ha fatto sapere domenica - tramite la stampa locale - che "la decisione trae origine unicamente dalla divergenza di vedute con il coach riguardanti lo sviluppo della squadra e le metodologie di allenamento") in Toscana si è ripartiti nello scorso weekend con il testa coda contro Perugia chiuso con un rotondo 3-0 che ha visto partire con il piede giusto Marco Gaspari, tecnico marchigiano, subentrato al francese in corsa.
Gaspari, tecnico che ne ha viste tante, ha subito messo la sua firma sul sestetto in campo, toccando forse le corde che si pensavano non potessero essere toccate. Se Antigà, alle prese con il problema del numero delle straniere in organico, aveva fatto scelte di tournover con Carol e Castillo, centrale e libero nelle prime uscite di campionato, l'allenatore ex Vero Volley, ha optato per un sestetto rivoluzionato con Carol e Castillo in campo contemporaneamente con il sacrificio alla panchina della stella internazionale Maja Ognjenović, palleggiatrice di indiscusso spessore, 40 anni compiuti alle Olimpiadi di Parigi manifestazione per la quale il comitato olimpico serbo l'ha anche nominata Porta Bandiera.
Le scelte di Gaspari per far giocare le due centro-sud americane ha visto in posto 4, schiacciatrici ricevitrici la belga Herbots e la schicciatrice Ruddins, al centro la brasiliana Carol e l'italiana Nwakalor, Antropova opposta alla 28enne palleggiatrice Giulia Gennari, ex Bergamo, con la dominicana Brenda Castillo libero.
Turnover quindi per la regina serba Maja Ognjenovic dai più vista come una delle intoccabili.
Invece Marco Gaspari ha mandato un segnale, tutte fondamentali, nessuna indispensabile, anche se almeno nelle Coppe Europee, dove non esisterà il vincolo delle tre italiana in campo, ci sarà la possibilità di far giocare la squadra migliore, o quantomeno senza dover fare lo slalom tra i paletti regolamentari.
Se Gaspari ha ora un po' di tempo per prendere in mano la squadra ("Non si può dire che la squadra è indietro di preparazione, sarebbe offensivo visto che non l'ho guidata io nei due mesi precedenti. Posso però dire che so che questa squadra può fare di più. Il mio mantra? Muro e difesa") a Milano già si freme.
La sconfitta del Vero Volley con Novara, seppur la formazione lombarda non possa ancora contare su Egonu (di ieri l'annuncio del club che l'atleta oro olimpico, ha avuto esito positivo dopo una visita di controllo post-operatoria che le consentirà di riprenderà progressivamente l’attività sportiva per ritornare regolarmente disponibile tra qualche settimana), ha fatto fibrillare il vertice societario nei confronti di coach Stefano Lavarini, che, lo ricordiamo, non è l'ultimo arrivato, anzi: campione di Turchia con il Fenerbahce la scorsa stagione e protagonista ai Giochi alla guida della Polonia, oltre ad un curriculum passato importante.
Un rapporto nato in estate non senza ostacoli, considerando che nel corso della trattativa tra club milanese e il tecnico 45enne di Omegna la risolutezza dell'allenatore nel voler gestire in prima persona le competenze tipiche del suo ruolo, per un momento avevano fatto pensare al club di puntare su altre soluzioni, una tra queste Emanuele Zanini.
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