MODENA - Sul Il Messaggero di oggi una lunga intervista di Sergio Arcobelli a Myriam Sylla, schiacciatrice della nazionale italiana di pallavolo che a Parigi ha vinto l'oro olimpico
Myriam Sylla, la ragazza della pallavolo è ancora raggiante dopo il successo che le ha cambiato la vita. "Una parola per descrivere il trionfo di Parigi? Sorprendente. Perché sapevamo di avere i mezzi per fare bene, ma siamo rimasti tutti molto sorpresi dal come siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo", racconta la schiacciatrice della Nazionale di Velasco e della Numia Vero Volley Milano con tutta la sua positività ed energia.
Myriam, ai Giochi ci ha fatto commuovere con quell'abbraccio a suo papà Abdoulaye. L'oro nasce anche da una promessa a mamma Salimata.
"In quell'abbraccio c'era tanta gratitudine: papà mi ha fatto capire che era orgoglioso di me perché avevo mantenuto una promessa fatta alla mamma, che si era ammalata e che se n'è andata nel 2018. Prima di Rio 2016 le avevo infatti promesso di portare a casa una medaglia. Le avevo detto l'oro. Poi mi sono pentita, perché questa promessa mi stava divorando. Finalmente ce l'ho fatta".
I suoi genitori sono ivoriani. Lui era andato a Bergamo, poi si è trasferito a Palermo.
"Papà per il troppo freddo è sceso giù. Poi l'ha raggiunto mia madre. E da lì è iniziata tutta la nostra vita".
II suo concittadino Mattarella le ha detto qualcosa?
"Quando parla con noi atleti mi sento appagata del ruolo che ho. Ogni volta che ci incontriamo, mi domanda: "Miriam, quando vai a Palermo?". E io: "Signor Presidente, quando avrò del tempo!". In estate sono scesa a trovare i miei nonni".
Paolo e Maria Rosaria, nonni non biologici. Quanto sono stati importanti?
"Sono stati fondamentali da quel giorno in cui diedero un passaggio in macchina a mio papà, sorpreso da una grandinata. Hanno avuto il coraggio di far salire un uomo di 2 metri incontrato per strada. Poi lo hanno aiutato. Mio papà ha iniziato a lavorare per loro facendo le pulizie a casa".
Il suo ruolo di schiacciatrice è un ruolo di potenza. Quali sono le tre schiacciate vincenti nella vita e in campo che si ricorda?
"Sicuramente metto in questo blocco tutte quelle che ho fatto dall'inizio dell'Olimpiade fino alla fine. Perché mi hanno cambiato la vita, mi hanno portato ad avere la medaglia più bella che ho sempre sognato. Per quanto riguarda la vita, le schiacciate più belle sono state quelle fatte subito dopo un momento di difficoltà. Quando mi sono rialzata dagli infortuni, dalla storia del doping (scagionata nel 2017, riconosciuta la contaminazione alimentare), dalla perdita di mia madre. Quelle le descriverei come schiacciate vincenti".
È vero che da bambina voleva fare danza?
"Sì, fa ridere lo so, ma è così. Sognavo di diventare una ballerina di danza classica. Ero piccola e non avevo ancora consapevolezza della mia fisicità e del mio corpo. Gli eventi della vita mi hanno portato a smettere".
Con la pallavolo è stato amore a prima vista?
"No, all'inizio il minivolley non mi interessava. Mi piacevano ginnastica e basket".
Che rapporto ha col suo fisico?
"Da piccola mi sono sempre fregata del fatto di avere un fisico prorompente ed essere un po' più in carne. C'è stato un periodo duro in cui rimettevo per cercare di smaltire quello che avevo mangiato. Avevo paura di metterlo sulla bilancia. Poi ne sono uscita".
Le donne hanno una marcia in più?
"Sono convinta che le donne abbiano qualcosa in più nel modo di porsi. E capiscono le cose prima. Senza nulla togliere agli uomini, ma noi creiamo altri esseri umani. Già questo è un qualcosa per me di incredibile e speciale".
Che mamma sarà Miriam?
"Ai miei figli insegnerò ad essere persone per bene, rispettose del prossimo".
Ha rivelato che non sempre riesce a controllare le emozioni. È troppo irruenta?
"È vero. La gioia la esprimo tutta, la rabbia la esprimo tutta. Ma non porto rancore. È un'emozione che dura un momento, poi svanisce".
Le Miriam in campo e fuori sono molto diverse?
"La Miriam in campo ha molto meno controllo di quella che c'è fuori. Quando sono in campo sciolgo le briglie, quando esco dal campo sono più ragionevole".
È mai stata oggetto di discriminazione?
"Purtroppo sì, mi è capitato anche da piccola, ma non vale. Perché i bambini cattivi non hanno esperienza e su cosa ti attaccano? Sulla prima cosa che vedono. Tu non nasci cattivo o razzista. Lo diventi in base alle informazioni che ti arrivano. Quindi sì, da piccola a scuola non sono stata molto fortunata, però amen. Adesso che sono più grande mi capita che qualcuno mi guardi schifato. Ma non sono la prima".
L'essere un'ispiratrice per molte bambine?
"Vorrei che le mie fan mi vedessero come una sorella maggiore. Io ho due fratelli più piccoli e voglio essere un esempio per loro, anche se non fanno pallavolo. Lo sport insegna a vivere".
Miriam, ha detto che all'Olimpiade di Los Angeles 2028 non ci sarà.
"E l'hanno segnato tutti. L'ho detto, è vero, ma in un momento felice in cui ero appagata. Però non si sa mai. Magari tra un anno cambio idea. Ho visto che LeBron James a 40 anni gioca in Nba con il figlio..."
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