Champions League - 07 novembre 2024, 14:10

Turchia: Guidetti è l'anno della "reconstruction". "Costruiamo per rivincere". "La Champions? Da cambiare"

Lunga chiacchierata con il tecnico del Vakifbank ne tragitto tra palestra e casa dopo una seduta di allenamento. "Ci alleniamo una volta al giorno, Velasco ha convinto il mio preparatore atletico". Bosetti: il leader calmo, Markova tra due anni la più forte. La Coppa da cambiare formula

Guidetti a caccia della settima Champions. "Ma l'Imoco è una squadra perfetta"

Guidetti a caccia della settima Champions. "Ma l'Imoco è una squadra perfetta"

ISTANBUL - La foto dice "7", ma Giovanni Guidetti oggi come oggi non pensa alla settima Champions League: "Ne ho vinte sei, quella foto è stata fatta durante  un allenamento in cui stavo vincendo 7-1 nella partitella nei tre metri contro due mie giocatrici..."

E' reduce dal successo per 3-2 in campionato sul Fenerbahce che si presentava senza Vargas (”Vittoria che ci voleva. Anche a me ne mancano un bel po' di atlete, quindi alla fine eravamo entrambi con le squadra azzoppate. Però è una vittoria importante per noi, perché dopo che abbiamo perso la prima contro il Galatasaray, avevamo necesità di vincere contro una big, ed è stata una buona partita. Stiamo crescendo molto”) e ieri sera ha debuttato con il successo per 3-1 sulle slovene del Calcit Kamnik nella prima giornata di Champions League.  

Guidetti è nel traffico di Istanbul, il tempo per una chiacchierata c'è: "La palestra è a otto chilometri da casa, ci posso impiegare dai 12 minuti della domenica mattina ai 40 minuti del lunedì alle otto. Dipende dagli orari.”

“Però quest'anno facciamo orari intelligenti, nel senso che cominciamo l'allenamento alle dieci e mezzo della mattina e usciamo dal palazzo verso le tre, riesco così a salvarmi dal traffico.”

UN ALLENAMENTO AL GIORNO - "E' una storia divertente, perché ho sempre voluto provare l'allenamento unico. Sai, sono sempre un po' filoamericano, gli allenatori americani lo fanno da una vita. Il calcio lo fa, il basket lo fa, però poi non non l'abbiamo mai fatto".
Ride: "Non ho mai convinto il mio preparatore  (l'italiano Vanni Miale, anche lui oro olimpico a Parigi2024, ndr) fino a quando non è stato con Velasco. E' con me da sette, otto anni, e visto che non poteva dire di no a Velasco come diceva di no a me, al suo ritorno dai Giochi mi ha detto 'Dai, possiamo provare questa cosa'”

"Ora siamo molto contenti perché alla fine è qualità della vita migliore, qualità dell'allenamento migliore e qualità del recupero delle giocatrici cento volte migliore, perché praticamente la giocatrice anche se finisce stanca ha quasi 24 ore di recupero e arriva così sempre ben ricaricata il giorno dopo.”

“E' una modalità che mi piace molto, forse mi toglie un po' di tempo sul lavoro individuale, però trovo spazi prima o dopo l'allenamento anche per quello".

“Praticamente le nostre giocatrici arrivano in palestra alle dieci si lavora e alle due e mezzo mangiamo insieme. La società ha organizzato un catering grazie ad una azienda che ogni giorno viene al palazzo e propone il menù che forniamo noi. Siamo così sicuri che le ragazze mangiano bene, stanno insieme anche in quel momento lì, ed è occasione per la squadra per fare condivisione.”



IL CAMPIONATO TURCO - 
“Il campionato turco è più o meno come sempre, nel senso che il Fenerbahce, con il fatto di avere una straniera che gioca da turca, una straniera fortissima come Vargas, ha un grande vantaggio rispetto a tutti. E poi ci siamo noi, Eczacibasi e appena dopo il Galatasaray e la Turkish Airlines. Più o meno non è cambiato niente e quel po' che è mutato lo è perché noi abbiamo cambiato molto. L'idea è di costruire per poi tornare a vincere prima possibile. Forse non saremo pronti per vincere quest'anno, ma secondo me daremo fastidio a molte squadre. L'idea è stata quella di ricostruire, di ripartire. Abbiamo cambiato molto, abbiamo preso molte giocatrici nuove. Abbiamo perso Gabi, abbiamo perso tanto, quindi dobbiamo ricostruire una squadra.”

REBORN - “La stagione l'abbiamo chiamata la "Reborn", la stagione della "Reconstruction", la rinascita, la ricostruzione. L'idea nostra è quella di ripartire e lavorare per il futuro, anche se credo che potremo dire la nostra anche quest'anno. Il Fenerbahce in Turchia è la squadra favorita perché con Vargas hanno il vantaggio che nessun altro ha di giocare con quattro straniere contro tre.”

LA MENTALITA' DEL VAKIF - "E' una società abituata molto bene, a vincere sempre, ma hanno compreso che certe dinamiche sono cambiate. Vogliamo competere sempre per l'alto livello, almeno provare a giocarci tutte le finali che possiamo. Sicuramente ce la potremmo anche fare, però è un club che ha imparato tanto. È un club che rispetta anche questi momenti. La risposta è 'sì' hanno la mentalità giusta.”

17 E NON SENTIRLI - “Questa è la mia diciassettesima stagione al Vakifbank, ma mi ricorderò sempre che il primo Natale che passai qua chiamai il mio agente e gli dissi: 'Trovami una squadra in Italia'. Mi trovò Pesaro, che però alla fine prese Tofoli. Rimasi fino alla fine e il primo anno persi il playoff.  Andai a salutare i dirigenti del club, pensando che fosse finita, ma loro mi dissero 'No, tu rimani qua. Hai fatto degli errori quest'anno, è il primo anno. Quindi questi errori non li farai più. Vogliamo che tu resti'.”

IL SEGRETO - “Il segreto è vincere. Perché non puoi stare tanti anni in una squadra che non vince. Per due motivi: uno, non ti tengono. Due, se non vinci, perché stare sempre lì? Qui ogni anno o due qualcosa di importante lo portiamo sempre a casa. L'ultima vittorie è stata la Champions di due anni fa, insieme alla Coppa Turca. L'anno scorso è stata una stagione povera di trofei, ho vinto solamente la Supercoppa.”

LA CULTURA - "Il segreto è vincere e impostare una cultura. Quando riesci a impostare una cultura che è sposata da tutti i giocatori che prendi e sposata dal club, il risultato è importante, ma non è più l'unica cosa che conta.” “Quindi vengono anche accettati i momenti di difficoltà, se c'è un lavoro di base dietro, se c'è un progetto. Secondo me questa è la cosa fondamentale. Abbiamo vinto tanto e abbiamo vinto sempre. Quando non abbiamo vinto, c'era la consapevolezza, come quest'anno, di non avere la squadra più forte di tutte, ma al tempo stesso la consapevolezza di lavorare per poi riprovare a vincere il prossimo anno.”

GUIDETTI IL SULTANO - “E' chiaro che un club come questo, dove quasi qualsiasi cosa che io chiedo me la danno, come si fa a lasciarlo?. Voglio allenare al più alto livello che posso. Se il più alto livello è qui, sarò qui. Se il più alto livello sarà in Italia, sarò in Italia. Se il più alto livello sarà in America, sarò in America.”

"Voglio provare a vincere il più che posso, e quindi questa è la mia priorità, riuscire a fare il mio lavoro come piace farlo a me. Qui ho l'opportunità di farlo, quindi per quello non mi sono ancora posto il problema di cambiare. Però sappiamo anche che il nostro non è un lavoro stabile, c'è la possibilità che si cambi, che lo si voglia o no.”

“Per ora non ci penso, ora penso a come impostare la squadra e come provare a vincere qualcosa in Turchia e arrivare alla Final Four di Champions League, che sarebbe il nostro principale obiettivo.”

SARA' IMOCO-CHAMPIONS? “La Champions League... qui Conegliano è sempre stata forte, quest'anno sulla carta è imbattibile. Sulla carta non hanno un mezzo punto debole. Hanno anche abbondanza in certi ruoli. Hanno molto di tutto e tutto di altissimo livello. Meglio di così non potevano fare". "Noi vogliamo arrivare alla Final Four, grazie al cielo hanno reintrodotto la Final Four. Questo dà più respiro e visibilità a più squadre, e crea due eventi grandi, uno per gli uomini e uno per le donne.”

“Il movimento della pallavolo in Europa ha bisogno di migliorare, perché ci sono tante squadre di alto livello che giocano poche partite realmente competitive, certe gare sono inutili anche perché chi in certe piazze spera di vedere le campionesse poi resta deluso perché queste restano in panchina perché poi gli allenatori, visto il livello, fanno giocare le seconde linee. Penso che dobbiamo creare qualcosa di diverso, prendere esempio da altri sport.”
“Spero che il nuovo board della CEV - composto da gente giovane - possa fare dei cambiamenti positivi.”

L'EFFETTO TURCHIA - "In Turchia c’è una passione diversa: le giocatrici sono conosciute, il pubblico riempie le arene, e la pallavolo è promossa con grande enfasi. Qui ci sono partite che attirano 5-7 mila spettatori ogni volta, e le nostre giocatrici sono quasi delle celebrità. È un approccio molto diverso rispetto all'Italia".

LA NAZIONALE  - “Per ora sono senza nazionale. Ho detto di no ad alcune offerte, sto parlando con qualcuno, però in maniera molto soft, niente di concreto. Secondo me potrebbe anche farmi bene un'estate senza nazionale. Premesso che se mi capita un'estate con una nazionale molto forte, un progetto molto interessante, sono molto aperto.” 

STELLE E STRISCE? "Il dopo Kiraly? Sarebbe un progetto a cui non potrei dire di no, però sembra che vogliano un allenatore americano per motivi interni.”



L'ORO DI BOSETTI
- "Di Caterina non sono contento, sono contentissimo. È una ragazza straordinaria, delle cui doti tecniche non stiamo nemmeno a parlarne. Per esempio, questa Markova è un fenomeno, è un posto 4 che diventa il miglior attaccante al mondo in un anno o due, ma una Markova può giocare di fianco a una Caterina che l'aiuta in tutto quello che non è l'attacco.”

“Caterina sta facendo un lavoro straordinario, probabilmente oggi è il miglior ricettore al mondo. Sta prendendo un sacco di responsabilità, si prende un sacco di campo ed è una leader, una leader calma.”

“Mi ricorda Ancelotti, il leader calmo. È rispettatissima da tutta la squadra, da tutto il club, tutti ne apprezzano le qualità tecniche e morali. Sono veramente molto contento di lei.”

LEADER CALMO - “Le mie due cartellette le ho già rotte quest'anno, anche se siamo solo a novembre. È capitato. Diciamo che prima era una partita sì e una no, adesso è una ogni cinque o sei partite. Ho imparato che rompere le cartelle non serve a far giocare meglio la squadra, serve solo a calmare me. Lo faccio con minor frequenza anche perché costano, poi adesso ho l’iPad e romperlo costerebbe anche di più.”

SAGGEZZA FAMILIARE"In realtà, una volta mio zio (Paolo Guidetti, ndr) mi disse: 'Se vuoi sapere cosa è successo, guarda dove è andata la palla. Non perdere tempo a guardare quello che è successo, pensa a quello dopo'. Ho così iniziato a tenere l’iPad in panchina, e non lo guardo continuamente.”

"Ho una famiglia che ha ancora da insegnarmi tanto. Mio padre (Adriano Guidetti, ndr) ha ancora la lucidità di un trentenne, dopo ogni partita mi manda dei messaggi su WhatsApp, e ha ragione.”

“Alla fine è bello avere la passione per quello che facciamo, mio cugino (Ettore Guidetti, ndr) ad esempio ora è nelle Filippine, e penso che sia una grande esperienza per lui.”

Luca Muzzioli

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